Giorno della Memoria, Papa: “pagina nera della storia”

Il 27 gennaio si ricordano le vittime della violenza sistemica del nazismo contro gli ebrei e le minoranze: in milioni morirono perseguitati e deportati nei campi di concentramento e sterminio

Ricorre oggi, 27 gennaio, il Giorno della memoria: una data simbolo istituita per ricordare le vittime della Shoah e dei regimi nazisti del XX secolo.

«È necessario favorire nelle nuove generazioni la consapevolezza dell’orrore di questa pagina nera della storia, per costruire un futuro dove la dignità umana non sia più calpestata» – scrive su Twitter Papa Francesco in occasione della celebrazione.

«La Giornata della Memoria, che si celebra oggi in tutto il mondo, non ci impone solamente di ricordare i milioni di morti, i lutti e le sofferenze di tante vittime innocenti, tra cui molti italiane. Ma ci invita a prevenire e combattere, oggi e nel futuro, ogni germe di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza. La conoscenza, l’informazione e l’educazione rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere una società giusta e solidale» – è il messaggio inviato dal presidente della Repubblica italiana uscente, Sergio Mattarella.

Molti saranno oggi anche i gesti simbolici e gli eventi organizzati per commemorare le vittime e non dimenticare questa orribile pagina di storia. L’edificio Berlaymont, quartier generale della Commissione europea, sarà illuminato con la scritta #WeRemember, nell’ambito della campagna globale organizzata in collaborazione dal World Jewish Congress e dall’Unesco.

«L’Olocausto è stato un disastro europeo. L’antisemitismo ha portato a questo disastro. L’antisemitismo disumanizza il popolo ebraico. Nella Germania nazista, questa disumanizzazione ha aperto le porte alla Shoah. Non dobbiamo mai dimenticare» – ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, facendo seguito alle parole della neopresidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola (leggi qui).

La presidente del Senato italiano, Maria Elisabetta Casellati, e il presidente della Camera, Roberto Fico, si sono recati oggi in Largo 16 ottobre 1943 a Roma per deporre una corona di fiori e incontrare Ruth Dureghello, Noemi Di Segni e il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.

«Il Giorno della Memoria è l’occasione per rinnovare con forza il comune impegno a combattere l’indifferenza, che, come ci ricorda Liliana Segre, è stato il vero complice dei misfatti della Shoah. Solo attraverso il ricordo delle atrocità subite da milioni di ebrei, di bambini, donne e uomini senza colpa, possiamo tenere viva la consapevolezza degli errori del passato e delle devastanti conseguenze che hanno prodotto» – ha dichiarato Casellati.

«Il valore e il senso della giornata che celebriamo il 27 gennaio – data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz – risiede nella conservazione e nella trasmissione, soprattutto alle generazioni più giovani, della memoria, che è qualcosa di tanto prezioso e allo stesso tempo fragile. E per questo va coltivata, diffusa, protetta. Memoria innanzitutto come omaggio a tutte le vittime di quel piano criminale che fu la Shoah: ebrei, rom, sinti, omosessuali e disabili, internati militari e oppositori del regime colpiti dalla furia nazista. Memoria come ricordo di quelle persone che trovarono il coraggio di non voltarsi dall’altra parte, adoperandosi, spesso a rischio della propria vita, per salvare gli ebrei dallo sterminio» – ha aggiunto in una nota Fico.

Anche la città di Genova propone una serie di eventi dedicati alla Giornata della Memoria. La Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale ospiterà la cerimonia ufficiale alla presenza del sindaco Marco Bucci, dell’assessore regionale Ilaria Cavo, del prefetto di Genova Renato Franceschelli e delle massime autorità civili e militari della provincia. Durante la celebrazione interverrà anche la storica e scrittrice Anna Foa, docente all’Università La Sapienza di Roma, membra dei comitati scientifici del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea e del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah.

Ancora, la commemorazione vedrà la consegna delle Medaglie d’Onore concesse dal Presidente della Repubblica a Eugenio Bisio, Angelo Cordano, Sirio Cuneo, Renato Dianti, Mario Sacchetti e Guido Talamazzi, cittadini italiani militari e civili e familiari dei deceduti.

Verranno, infine, premiati gli studenti che hanno partecipato al concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah“.

Con l’ascesa al potere del nazionalsocialismo di Hitler in Germania nel 1933 il principale bersaglio della violenza sistemica divennero gli ebrei e tutti coloro che venivano considerati emarginati o non allineati con i principi del partito. L’antisemitismo e la discriminazione per razza, nazionalità o ideologia si diffusero poi in altri Paesi, tra questi anche l’Italia del fascismo.

Dopo anni di ricostruzione storiografica, gli esperti sono riusciti a stimare il numero delle vittime ebree, morte in campi di concentramento o di sterminio: circa 6 milione, un terzo della popolazione ebraica presente.

La violenza nazista non si fermò agli ebrei, contraddistinti dalla Stella di Davide: molte furono infatti le categorie prese di mira, distinte ognuna con un triangolo di colore diverso. Tra queste c’erano i testimoni di Geova, definiti “nemici dello Stato” poiché non accettarono di adattarsi ai principi del nazismo in quanto contrati alla loro fede e al loro credo. «L’intenzione dichiarata delle autorità naziste era di eliminare completamente gli Studenti Biblici dalla storia tedesca» – scrive lo storico Detlef Garbe: dei 35 mila testimoni di Geova presenti in Europa, 4.200 vennero deportati e 1.600 incontrarono la morte, di cui 370 per esecuzione. Furono i primi a essere trasferiti nei campi di concentramento, le loro divise avevano un triangolo viola.

Un triangolo marrone, invece, stava a indicare gli appartenenti a etnie nomadi, colpiti a partire dal 1938 con la legge “per la lotta alla piaga zingara” e successivamente, nel 1941, dall’ordine di eliminazione degli “indesiderabili dal punto di vista razziale e politico”. Si stima che gli zingari o presunti tali morti furono tra i 196 mila e i 300 mila.

Ancora, il triangolo nero veniva assegnato ai cosiddetti “asociali”, coloro che non trovava posto nella società, come i transessuali, quello blu agli emigrati antinazisti, quello rosso per i dissidenti politici e quello rosa per gli omosessuali.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/EPA/HERBERT NEUBAUER

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