Bambino nel pozzo: la fase più delicata

I 6 bulldozer hanno scavato una buca profonda 30 metri ma dei piccoli smottamenti del terremo stanno complicando le operazioni recupero del piccolo Rayan, al quarto giorno di prigionia

Le operazioni di soccorso del bambino di cinque anni caduto nel pozzo in Marocco martedì scorso (qui la vicenda) sono entrate nella fase più delicata. Dopo oltre 70 ore di scavo che hanno coinvolto 6 bulldozer e un centinaio di persone si sta costruendo un tunnel per raggiungere il piccolo Rayan.

Nonostante la messa in sicurezza del passaggio sotterraneo con dei tubi, gli escavatori hanno sbancato un’intera montagna creando una voragine di 30 metri di profondità. A questo punto i soccorritori dovranno prestare la massima attenzione ai piccoli smottamenti del terreno che potrebbero compromettere il salvataggio di Rayan.

All’operazione stanno lavorando operai, forze dell’ordine, geologi, protezione civile, speleologi e diversi volontari. La folla, tenuta a distanza di sicurezza, è accorsa da tutto il paese per assistere al salvataggio del bimbo e sta improvvisando delle preghiere collettive.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/JALAL MORCHIDI

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