Tentato dalle sirene del Ppe, Di Maio ora guarda al centro

Il leader non esclude intese con i popolari in Europa dopo il voto. «Restiamo in mezzo, né a destra né a sinistra»

Ci risiamo. Luigi Di Maio è tornato a parlare un linguaggio istituzionale ed europeista. Così, all’improvviso, come se il flirt con i gilet gialli che mettevano a ferro e fuoco Parigi, e i cannoneggiamenti quotidiani contro Bruxelles, non ci fossero mai stati. Ora il grillino punta al centro, al grande spazio politico dei moderati, aprendo un canale addirittura con il Partito popolare, considerato fino a ieri l’artefice della deriva dell’austerity nell’Unione.

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