IVA su IVA giù

Cari amici, inauguro con questo articolo la mia rubrica domenicale, che spero apprezzerete

Il mio impegno è quello di pubblicare un pezzo quasi ogni giorno, escluso il Sabato, anche se, come sa chi mi segue ormai da 10 anni, non scrivo, e non ho mai scritto, per contratto. Ciò vale per la scrittura e anche per la televisione: se c’è qualcosa da dire, lo dico, se no, no. Non scrivo tanto per riempire di inchiostro digitale le vostre bacheche, semplicemente perché sono obbligato a farlo per cottimo, ma solo se lo ritengo necessario, ecco perché capita, a volte, che non mi leggete. Al contrario di molti, ovviamente, e ciò mi distingue da loro, e so che questo lo avete sempre validato dalla vostra fiducia nei miei confronti, della quale vi sono grato e alla quale devo tutto. D’altronde il rispetto è reciproco.
Non c’è nulla che mi mandi al manicomio come la balle che ci propinano i politici, eppure ormai dovrei esserci abituato. L’ultima e non ultima è quella del “governo nato per salvarci dall’aumento dell’i.v.a.”. Questo ‘leit motiv’ continua ad essere portato avanti dal “Giuseppe 2” (il “Giuseppe 1” non se ne preoccupava) come une litanìa. «Il primo obiettivo è sterilizzare l’aumento dell’i.v.a.».
Certo, come no. Essendo un governo fatto a tavolino da Bruxelles, non potrà fare molto deficit (anche se di più di un governo anti-UE), il che vuol dire che NON potrà mai impedire questo aumento. Il problema dell’incremento di questa odiosa imposta è principalmente quello dell’abbattimento dei consumi e del potere di spesa delle famiglie italiane: il costo della vita, in parole povere. Il che avverrà COMUNQUE. Il finto blocco dell’aumento i.v.a. viene mascherato attraverso tanti altri balzelli: bollette luce e gas, benzina e gasolio, materiali pseudo-inquinanti (oggetti in plastica, cibi “grassi”), aliquote differenziate tra pagamenti elettronici (più convenienti) e pagamenti in contanti (più onerosi). Come al solito, la coperta è sempre quella. E a rimanere coi piedi di fuori, tanto per cambiare, saranno i cittadini più deboli.

Matteo Valléro – direttore Business24 e Mercurio news
Vignetta: Danilo Santini

Rispondi