7 MILIARDI E MEZZO DI DAZI, SCONTRO FRONTALE

Quel #parmigiano non deve essere proprio piaciuto a Mike #Pompeo!

Potrebbe essere questa la spiegazione dell’esito a dir poco fallimentare (per noi) della visita del Segretario di Stato U.S.A. in Italia, concretizzatosi in un’emanazione di 7,5 miliardi di dazi all’UE, da parte del #WTO, come ripercussione del caso #Airbus VS #Boeing, che l’America ha ritenuto non solo illegale ma scorretto.
La cosa buffa è che l’Italia non fa nemmeno parte del “consorzio” Airbus, tuttavia la battaglia commerciale aggraverà la già drammatica situazione del settore #agroalimentare italiano, che, appunto, è già target di notevoli balzelli da parte degli States.

Bisogna dire che come padroni di casa, nella prima visita ufficiale di alto rango, dell’esecutivo giallorosso, i nostri paladini dell’ingiustizia si sono comportati davvero molto bene, portando a casa questa stangata da KO.
Forse il Ministro-degli-Esteri-suo-malgrado #DiMaio è stato troppo confidenziale con Pompeo, pensandolo, dal nome, suo conterraneo. In realtà Mike è sì di origini italiane, ma abruzzesi, per la precisione. Pare che abbia anche fatto una scappata al paese natìo dei nonni.

Ma, ovviamente, il braccio destro di Donald #Trump, ex capo della #CIA fino all’anno scorso, non è venuto certo per una visita di piacere per ritrovare le sue radici. Né, tantomeno, per parlare di stagionature di formaggi da non tassare.
Aveva altre cose nell’agenda.

Per esempio toccare il tempo all’Italia sui rapporti troppo amichevoli con la #Cina, dall’accordo sulla “via della seta” in avanti, passando per il #5G.

Ma anche dare una stretta di mano moooolto vigorosa a Matteo #Renzi, nell’ambito del caso #Russiagate, non quello salviniano ma quello trumpiano, poiché l’allora Presidente del Consiglio, il toscano, appunto, strenuo sostenitore della “bilderberghiana” Hillary #Clinton, potrebbe aver contribuito al climax di indiscrezioni fuoriuscite, che avrebbero potuto tarpare le ali all’ascesa del tycoon americano, e che adesso, alla resa dei conti col nuovo scandalo-Kiev, con l’impeachment sul tavolo, potrebbe esacerbare i suoi retroscena. Così questa stretta di mano “spacca-ossa” sarebbe un preludio molto imbarazzante per l’azionista di maggioranza del governo del NON-popolo.

Ma Pompeo ha “battezzato” pure il #Bergoglio(ne) che tra statue di bronzo dedicate ai #migranti e strizzatine d’occhio (a mandorla), deve darsi una raddrizzata verso l’Atlantico.
Curiosamente, andatosene Pompeo, è esplosa una bella m*rda in #Vaticano, un’inchiesta su operazioni finanziarie milionarie sospette, per la quale sono già stati sospesi cinque dirigenti. Si tratta di due figure apicali degli uffici della Segreteria, Vincenzo Mauriello e Fabrizio Tirabassi, di un’addetta all’amministrazione, Caterina Sansone, e di due alti dirigenti vaticani: mons. Maurizio Carlino, e il direttore dell’Aif Tommaso Di Ruzza.
Se questa bomba a San Pietro sia stata conseguenza del “fastidio” di Trump, o l’ennesima picconata inferta da #PapaFrancesco, per portare alla disgregazione la sua #chiesa, questo non lo sapremo mai. Diciamo che le colpe non sono mai da una parte sola e a fare i critici-cospirazionisti-beceri-banali come il sottoscritto, a volte ci si azzecca.

«Ecco perchè è venuto questo panzone di Pompeo», direte voi, altro che Parmigiano Reggiano.
Eh no, queste erano solo voci per riempire l’agenda, della serie “già che ‘sto a Roma…”, un po’ come mangiarsi una carbonara a Trastevere, che fai, non ci vai?
No, queste erano solo digressioni.

Il fatto è che Pompeo, alias Trump, vuole tenere per le palle l’alleato-zerbino, per intraprendere la più maestosa azione militare americana dopo l’Afghanistan: il dossier si chiama #IRAN.
E in attesa di una risposta da Roma, ergo da #Bruxelles, visto che il biondino sa che è all’ombra del colosseo che risiede la filiale numero 1, per bombardare #Teheran, intanto, ha iniziato a bombardare i nostri agricoltori (e non solo loro).
Ora abbiamo 7 miliardi di buone ragioni, più quattro, per far piovere sull’inerme popolo iraniano.
E purtroppo non sarà una pioggia di formaggio grattugiato.

Matteo Valléro – direttore Business24 e Mercurio news
Vignetta: Danilo Santini

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