TORTELLINI, CROCIFISSI E… WAGNER

I vincitori, si sa, scrivono i libri di storia e impongono la cultura

Così, dal secondo dopoguerra in avanti, la sinistra ha dettato legge su come siano andati i fatti e su quale sia la letteratura migliore.

Cosa studiare a scuola, cosa inserire nei programmi accademici. Quale musica ascoltare, a quali mostre pittoriche andare, che teatro frequentare, e potrei andare avanti all’infinito.

C’è un certo Richard #Wagner, per esempio, che certo molti di voi conosceranno bene di nome, che viene esattamente boicottato da qualsiasi ambito culturale, in Italia.

Si tratta di uno dei più grandi, se non il più grande, dei maestri della musica classica, sinfonica, e anche operistica europea, quindi mondiale.

Ha ispirato intere generazioni, non solo di questo genere, ma anche della musica leggera, pop, cinematografica, e addirittura metal.

Personalmente, me ne vergogno, ma me ne assolvo, per le ragioni di cui sopra, l’ho scoperto solo da pochi giorni, “scartabellando” su Spotify, in cerca di compositori di musica classica, di cui sono appassionato (non intenditore, attenzione, poiché non sono un tuttologo, ma solo amatore).

Mi si è aperto un mondo, fatto di potenza musicale, vigore e gloria, molto lontano dagli altri grandi Mozart, Beethoven, Chopin, “autorizzati” dal pensiero unico.

Tanta maestosità, perché non viene insegnata?

Perché questo signore di nome Richard Wagner, porta con sé una grande colpa, un peccato originale indelebile: Adolf #Hitler era un suo grande “fan”, come diremmo oggi.

Sì, il fuhrer del terzo reich era un grande patito di questo autore, e lo volle, in effetti lo impose, come “colonna sonora” della Germania #nazista.

Si dice anche che Wagner fosse antisemìta. Diciamo che a metà ottocento non c’era esattamente l’apertura mentale di oggi, quindi qualcuno che si dichiarava orgogliosamente razzista esisteva, e, purtroppo per lui, era uno di questi. Nessuno è perfetto. Non mi risulta, tuttavia, che abbia mai perseguitato nessuno, o che abbia dato il via libera all’utilizzo della sua musica in filodiffusione nei campi di concentramento nazisti.

E’ morto prima, ha lasciato delle grandi opere d’arte, che a tanti sono piaciute, tra questi, appunto, Hitler.

Ma questo è stato sufficiente a radiarlo dall’albo dell’intelligentia rossa. Non si sa mai che ispiriamo qualche altro giovane genocida.

Questo mi fa riflettere particolarmente in questi giorni, in cui si è parlato tanto, e sinceramente anche troppo, visti i problemi che abbiamo, di #crocifissi nelle scuole e #tortellini al pollo.

Quando si tratta di fare gli amici della cultura #islamica, allora va benissimo calarsi le braghe e accettare tutte le assurdità.

E’ vero, lo Stato è laico in Italia, e così la scuola pubblica, però non dimentichiamoci che siamo in un paese cattolico, fondato su radici cristiane, su cui ha posa geograficamente lo Stato di Città del Vaticano, luogo sacro mondiale di questa religione, nonché sede del papato (che, mi spiace per gli europeisti, non è più Avignone).

Quindi, fatevene una bella ragione e tenetevi i cristi in classe e non scassate i mar*ni, che se vi tolleriamo e vi accogliamo (quando non siete irregolari, perché allora non vi tolleriamo), è grazie proprio a quel signore lì sulla croce, che ci ha insegnato dei valori, messi a dura prova dai politicanti di turno.

Se siete atei, poi, non dovrebbe fregarvene una mazza, per voi dovrebbe essere né più né meno che un addobbo.

Quanto ai tortellini, be’, che dire, a Genova li facciamo anche “di magro”, come si dice qua, solo verdure, però quelli veri sono solo col prosciutto, quindi, anche qui, mangiatevi sta minestra o saltate dalla finestra, o come ha scritto bene un mio amico, magnatevi il kitekat al pollo, che tanto per quello che ne capite di cucina è lo stesso.

Altro che tortellini dell’accoglienza: calci in c*lo della partenza, così a casa vostra non avete il parmacotto.

Scuole senza crocifissi per rispetto, tortellini senza maiale per rispetto, però la musica di quel nazista (?!?) di Wagner no, perché il rispetto della cultura e dell’arte di destra (che di destra qua non è!) non vanno bene, anzi la cultura ce l’hanno solo loro.

Va be’, buona Domenica amici, io dico una preghiera, mi sbrano due tortellini alla bolognese e mi ascolto “Tristano e Isotta”.

Se sono poco rispettoso, fatemelo sapere!

Matteo Valléro – direttore Business24 e Mercurio news

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