Sapete come si comporta un corpo umano sciolto nell’#ACIDO?
Io no, fortunatamente, e nessuno è mai sopravvissuto per raccontarlo, ma non deve essere molto piacevole, immagino. Diciamo che sono quelle cose che ti rovinano la giornata… Forse bisognerebbe chiederlo a #GiovanniBrusca.
Giovanni Brusca, nella sua esaltante “carriera” da mafioso, ha commesso oltre 150 #omicidi, di cui almeno 100 compiuti per sua mano e gli altri ordinati, come ha lui stesso ammesso.
In questo palmares di tutto rispetto spiccano la strage di #Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni #Falcone e gli uomini della sua scorta, di cui non solo Brusca fu mandante, ma fu tra coloro i quali attivamente premette il radiocomando che azionò l’innesco del tritolo, la strage di Via d’Amelio (di cui fu mandante), in cui morirono il giudice Paolo #Borsellino e la sua scorta, e, come dimenticarlo, l’omicidio del piccolo Giuseppe #DiMatteo, figlio di un pentito, che venne rapito all’età di tredici anni, tenuto sotto sequestro per due anni, e infine, in mancanza della venuta a più miti consigli del padre pentito, ucciso tramite strangolamento e successivamente #sciolto nell’acido.
Questo galantuomo, è diventato collaboratore di giustizia, quindi non ha l’#ergastolo #ostativo. Addirittura, in questi giorni, abbiamo rischiato di ritrovarcelo agli arresti domiciliari, ma, “stranamente”, la richiesta è stata respinta.
In compenso ci sono personaggi a cui viene inflitto l’ergastolo ostativo, come Giovanni Riina, secondo figlio di Salvatore Riina, arrestato nel 1996 per aver compiuto quattro omicidi. Michele #Zagaria, capo clan dei #Casalesi, trovato nel 2011 in un bunker di cemento armato. Giovanni Strangio, affiliato alla ndrangheta arrestato nel 2009 dopo essere finito nella lista dei 30 latitanti più pericolosi. Leoluca #Bagarella, dei Corleonesi, fedelissimo di Totò Riina, arrestato nel 1995. Poi ci sono anche i brigatisti, come Nadia Desdemona #Lioce, che partecipò agli omicidi di D’Antona e Biagi, e, naturalmente i defunti Totò #Riina e Giuseppe #Provenzano, come ricorda un articolo de Il Sole 24 Ore. Questi ultimi due sono scampati al “fine pena MAI” grazie al padre eterno (sperando che li abbia ceduti al Diavolo).
In tutto in Italia sono 1.106 gli ergastolani “ostativi” su 1.633, di questi 944 sono in carcere per reati di stampo mafioso di cui 101 hanno pure il 41 bis (carcere duro), come ricorda oggi Il Giornale.
L’ergastolo ostativo è una pena prevista dall’articolo 4bis dell’ordinamento penitenziari, che non prevede benefici né sconti di pena.
Un’arma importante, sebbene spesso insufficiente, nella battaglia dello Stato contro le mafie e il terrorismo.
Bene, visto che siamo solo una provincia di m*rda dell’impero eurocratico, la “Grand Chamber” della Corte #UE per i diritti umani, in barba a ogni briciola di sovranità nazionale, e anche di ogni pudore, ci impone adesso di #abolire l’ergastolo ostativo.
Mi domando di quali diritti umani stiano parlando.
Non certo di tali mafiosi e terroristi, che di umano non hanno proprio un bel niente, ed è offensivo per le bestie paragonarli anche ad esse.
Pensassero ai diritti delle vittime e dei familiari delle vittime, che hanno subito un dramma imparagonabile e un trauma perenne, e ora ricevono anche l’onta della beffa di un’istituzione che, schierandosi contro uno Stato e la sua legislazione, favorirà enormemente l’arroganza dei criminali e la riduzione dei “pentimenti” che hanno sempre creato, quanto meno, dei collaboratori di giustizia, come un Tommaso #Buscetta.
Ipotizziamo che Giovanni Brusca non fosse diventato collaboratore. Ora, grazie a questa sentenza di Strasburgo, l’Italia non potrebbe emanare nei suoi confronti l’ergastolo ostativo, quindi uno come lui potrebbe anche, un giorno, uscire dal carcere.
Uno che ha sciolto il corpo di un bambino nell’acido.
Matteo Valléro – direttore Business24 e Mercurio news