Secondo la sesta ricerca di #Eduscopio, che analizza le performance dei licei, chi frequenta istituti tecnici e professionali ha più possibilità di trovare lavoro
Questa è una grande verità ed un’enorme ovvietà: si sa da sempre, ed oggi, col mercato del lavoro liquido che ci ritroviamo, e con la carenza di profili tecnici qualificati, soprattutto in ambito informatico e ingegneristico, questo fenomeno assume connotati di dogma.
Se avessi un figlio/a lo manderei a pedate a fare una scuola professionale e poi a pedalare a servire ai tavoli in qualche trattoriaccia dove i clienti ti mandano a fanclo, perché il cameriere è uno dei mestieri che ti insegnano di più. Gratis, ovviamente, nel senso che se proprio devono pagarlo, i soldi me li prendo io, perché non c’è niente di meglio che lavorare per la gloria, per farsi le ossa. E non rompetemi le palle con quelle storie che i ragazzi devono scegliersi la propria strada in base alle loro inclinazioni, che io non ho ancora capito che cosa voglio fare alle porte dei 40, figuriamoci a 16/18 anni… Poi di tempo ce n’è in tutta la vita per coltivare le proprie passioni, ma con la realtà ci devi fare i conti, punto e basta. Di università, poi, non parliamone neanche, bisogna scegliere un indirizzo che avvii a una professione di cui ci sia richiesta sul mercato del lavoro, ma non bisogna illudersi di trovare occupazione per forza in quel settore, ci si deve adattare e inventare. Quando parlo di richiesta, non intendo OGGI, ma fra 5 anni: programmazione di intelligenze artificiali o management di robot sono il top. Ragazzi, io ho fatto il liceo classico e poi ho iniziato Scienze dell’Educazione prima (ma che czzo è scienze dell’educazione?) e Filosofia dopo.
Il liceo classico, capite? Latino, greco… Boh…
E Filosofia.
Tutto ciò che ho fatto nella vita, dopo, l’ho fatto NONOSTANTE queste scuole: NONOSTANTE.
Grazie agli anni di gavetta e alle ore di studio “matto e disperato” sui libri che mi compravo di marketing ed economia.
Più che altro “disperato”.
Il problema è che la scuola non ti prepara alla vita.
La mia grande battaglia è introdurre due ore alla settimana di educazione finanziaria fin dalle elementari, a salire alle medie e superiori.
Bisogna imparare come funzionano i soldi, per non farsi inc*lare e per diventare qualcuno (anche solo “qualcuno” che sopravvive, intendo). Ma “LORO”, chiaramente, non hanno interesse a che ciò avvenga.
Per adesso, con #Fioramonti, sono riusciti solo a proporre l’ora di ambiente, che si potrà bigiare soltanto in caso di “cortei per l’ambiente”, il che va di gran moda, in un certo “ambiente” (radical chic).
Sia mai che ci sia bisogno di qualche milione di operatori ecologici.
Matteo Valléro – direttore Business24 e Mercurio news