Omicidio Cella, l’indagata avrebbe voluto il suo posto

In casa della donna sono stati trovati alcuni bottoni come quelli rinvenuti sotto il corpo della vittima. La madre: “speriamo che la verità venga a galla”

Dopo 25 anni c’è una svolta nelle indagini sulla morte di Nada Cella, la giovane impiegata massacrata nello studio in cui lavorava il 6 maggio 1996 (lo abbiamo anticipato qui).

La procura di Genova ha iscritto nel registro degli indagati una donna, Annalucia Cecere, per omicidio aggravato. Indagati anche l’ex datore di lavoro della vittima, il commercialista Marco Soracco, e la madre Marisa Bucchioni, per false dichiarazioni.

Nada Cella è stata uccisa in un appartamento di via Marsala a Chiavari: è stata colpita alla testa con un oggetto pesante che non è stato mai ritrovato.

Il caso è stato archiviato nel 1998 ma la criminologa Antonella Pesce, incaricata dalla famiglia di Nada insieme all’avvocato Sabrina Franzone, ha fatto riaprire il caso dopo aver riesaminato il fascicolo e raccolto prove sottovalutate all’epoca dei fatti.

Secondo le indagini, la Cecere era invaghita di Soracco. L’uomo, però, sarebbe stato innamorato proprio della sua segretaria.

Annalucia Cecere era stata indagata fin dal primo momento. In casa sua, gli investigatori avevano trovato alcuni bottoni di una giacca maschile in un cassetto, uguali a quelli ritrovati sotto il corpo della segretaria uccisa, conservati perché di valore.

Ma non solo: due testimoni l’avrebbero vista la mattina dell’omicidio passare dalla strada dello studio di Soracco intorno all’ora del delitto.

Secondo gli investigatori, Cecere avrebbe cercato di prendere il posto di Nada come segretaria per conquistare il commercialista, che aveva conosciuto a un corso di ballo e poi rivisto in alcune serate in discoteca.

Nel 2016 Cecere era stata assunta come maestra elementare ma era stata licenziata a inizio 2017 per un provvedimento disciplinare.

La madre di Nada Cella, Silvana Smaniotto, ha commentato così la svolta: «abbiamo fiducia nella giustizia e speriamo che finalmente la verità venga a galla. Siamo contenti di questa svolta dovuta principalmente al decisivo interessamento della criminologa Antonella Delfino Pesci che con le sue intuizioni ha convinto la Procura a riaprire il caso. Ci speravamo vista l’accuratezza con la quale la dottoressa Gabriella Dotto ha lavorato per individuare e incriminare finalmente un possibile autore dell’efferato delitto».

di: Micaela FERRARO

FOTO: ANSA

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