
Un gruppo di ragazzi reclutati per strada parteciperà al campionato di Prima Divisione
Una strada fatta di integrazione delle etnie che convivono nella metropoli. La sta aprendo Alessandro Aleotti che, dopo aver forgiato il suo Brera Fc nella Quinta Serie Regionale ha debuttato nel mondo della Prima Divisione col neonato Brera Basketball.
Una polisportiva a tinte neroverdi che si è posta come obiettivo quello di raccogliere e valorizzare il talento sparso nei campi di basket all’aperto del capoluogo di Milano, oltre a dargli una identità-ponte.
«Grazie a questo progetto – spiega lo stesso Aleotti al Corriere dello Sport – è possibile giocare a basket con l’allegria e la spensieratezza dei playground ma allo stesso tempo cimentarsi in un campionato autentico dove un allenatore vero valorizza qualità e smussa i difetti, mentre gli avversari misurano il livello e, i compagni di squadra si integrano. Non importa la provenienza e la lingua che parlano, il nostro obiettivo è conservare quella spensieratezza e allegria che tutti hanno giocando per strada, senza distinzioni».
Per creare il roster sono stati organizzati dei veri trial di selezione che si sono tenuti a fine estate sui campetti in cemento del Sempione e di altre zone, annunciati con i classici volantini. Sono arrivati in centinaia e alla fine ne sono stati scelti 12, che hanno formato il primo roster agli ordini coach Uberto Marchetti, ex giocatore professionista.
Il Brera Basket è molto più che un tentativo estemporaneo: una franchigia che vuol mettere radici e magari provare a salire di qualche categoria anche se l’obiettivo primario resta quello dell’integrazione.
Così è nata una squadra dilettantistica, ma piena di giocatori stranieri: «E così è nata una squadra di stranieri tra cui africani, cubani e filippini – conclude Aleotti. – Ci alleniamo una sola volta alla settimana e giochiamo la domenica alle 11.30. Abbiamo già tanti tifosi e speriamo crescano con noi»
di: Filippo FOLLIERO
FOTO: ANSA