Colle, i sì e i no a Berlusconi

Il centrosinistra discuterà con il centrodestra per un possibile nome. La Russa, FDI: “se ci sono condizioni sarà il nostro candidato”

Questa mattina il leader del Pd, Enrico Letta, ha incontrato Giuseppe Conte e Roberto Speranza in merito alle prossime elezioni del presidente della Repubblica. Sembrerebbe, tuttavia, che i tre non abbiano raggiunto nessuna intesa ma che dialogheranno con il centrodestra nei prossimi giorni. A tal proposito Conte ha detto che “andranno rimosse dal tavolo candidature di parte come quella di Berlusconi“.

Dopo l’incontro Letta ha scritto su Twitter: «ottimo incontro con Giuseppe Conte e Roberto Speranza. Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto, nessuno può vantare un diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità».

Oggi pomeriggio Giorgia Meloni riunisce l’esecutivo del suo partito, Fratelli d’Italia. All’arrivo, Ignazio La Russa ha dichiarato alle telecamere: «stiamo valutando la situazione. La nostra disponibilità è tesa a mantenere unito il centrodestra e a dare all’Italia un presidente che faccia gli interessi della Nazione. Riteniamo che se ci sono le condizioni Berlusconi per noi è il candidato da votare, stiamo aspettando che queste condizioni vengano verificate».

E circa la possibilità che il Cavaliere sciolga la riserva, è intervenuto Tajani: «Berlusconi parla da solo, non ha bisogno di portavoce. Quando scioglierà la riserva, sarà lui a parlare. Non è con i veti che si affrontano le situazioni».

Nel frattempo Silvio Berlusconi non frena la sua corsa al Colle, nonostante le difficoltà mostrate con i numeri, che hanno portato anche il leader della Lega, Matteo Salvini, a esprimere la necessità di avere un piano B, ed indicare un nome che possa avere più chances di vincere.

Tuttavia Berlusconi ha stabilito che prima di tutto occorrerà aspettare il nuovo vertice del Centrodestra: dopodiché potrebbe chiedere una prova di lealtà. Secondo alcune fonti, infatti, il Cavaliere starebbe pensando di chiedere comunque un mandato forte agli alleati per potersi contare alla prima votazione, approdando in Aula.

Arrivare alla quarta votazione, però, sarebbe rischioso per il Centrodestra: in caso di sconfitta avrebbe meno potere contrattuale per imporre un candidato; ma Salvini e Meloni potrebbero trovarsi messi alle strette se Berlusconi dovesse tenere fede alla propria decisione e forzare la mano.

Se la Lega si tirasse indietro, si rischierebbe un fenomeno pari al “liberi tutti” oppure il leader di FI potrebbe addirittura cercare sostegno altrove, per esempio nel Pd.

Rimane sempre valida l’opzione Draghi, anche se secondo alcuni membri del partito Berlusconi potrebbe preferire Mattarella Bis all’attuale premier; le altre strade sono Casellati, che libererebbe la presidenza del Senato ad un dem come Zanda o ad un leghista come Calderoli) a Moratti e a Casini (leggi qui).

di: Micaela FERRARO

FOTO: SHUTTERSTOCK

Rispondi