Bambino bullizzato dalle maestre, la madre: bersaglio ero io

La donna, collega delle insegnanti, si è imbattuta in una chat in cui il figlio veniva definito “pirla” e “sporco”

Emergono nuovi dettagli sulla vicenda che ha coinvolto la madre di un bambino e le insegnanti di una scuola elementare nel centro storico di Pavia (leggi qui).

La madre, insegnante nella stessa scuola, è venuta a conoscenza di una chat nella quale il figlio veniva definito “pirla” , “bambino di merda“, “sporco“. Di qui, l’esposto presetato all’Ufficio scolastico regionale e provinciale, alla dirigente scolastica dell’istituto, al difensore civico di Regione Lombardia e alla diocesi di Pavia.

Il Provveditorato ha avviato anche una verifica interna all’Istituto. La madre ha spiegato che, lavorando a un pc della scuola, si era trovata davanti a un gruppo WhatsApp in cui “interagivano una docente, referente della dirigenza, e altre due colleghe“, nel quale “ho letto il cognome di mio figlio e ho voluto approfondire“.

«Mi sono pietrificata. Mi è bastato digitare il nome di mio figlio: decine di messaggi, vocali zeppi di insulti da novembre dello scorso anno. Mio figlio descritto come un bambino sporco, che arrivava a scuola senza essere lavato e con gli abiti sudici; un incapace che non riusciva a stare al passo con i compagni e che si limitava a frignare. Sono sconvolta, anche se il sostegno di una psicologa ci sta aiutando a superare la vicenda» ha spiegato la donna al Corriere Milano.

La madre si è detta cerca che le altre insegnanti “lo bullizzavano per ripicca. Il bersaglio ero io che avevo preso le distanze da certi loro comportamenti che non mi appartengono, come coprire uscite per commissioni in orario lavorativo, o il mancato rispetto di certe regole, soprattutto in periodo Covid in cui io ero referente d’istituto. A giorni metterò tutto nero su bianco dai carabinieri” conclude.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA / MARIO DERENZIS / DBA

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