
Arrestato imprenditore indagato anche da Falcone
Si chiama Francesco Zummo l’imprenditore 90enne plurindagato finito ai domiciliari con l’accusa di riciclaggio e autoriciclaggio aggravati dalla transnazionalità nell’ambito di un’inchiesta della procura di Palermo a cui hanno collaborato la Dda di Napoli e la Procura anticorruzione albanese.
Zummo era socio dell’ex sindaco mafioso Vito Ciancimino e venne indagato anche dal giudice Giovanni Falcone: all’epoca fu condannato in primo grado a cinque anni per favoreggiamento e associazione mafiosa e poi assolto in appello.
Nell’ambito della stessa inchiesta è stato arrestato anche il commercialista Fabio Petruzzella, fratello di una magistrata palermitana. Petruzzella avrebbe aiutato a far sparire 19 milioni sottraendoli alla confisca.
La storia giudiziaria di Zummo è intensa: nel 2001 gli vennero sequestrati beni per circa 150 milioni di euro.
Nel corso del tempo è stato accusato da decine di pentiti di aver spostato in istituti di credito all’estero e in particolare in Svizzera grosse somme di denaro la cui provenienza era illecita; è stato accusato anche di aver riciclato il tesoro di Ciancimino ed è stato considerato responsabile del sacco edilizio di Palermo.
In un primo tempo la confisca non passò al vaglio del Tribunale e della Corte d’appello: per Zummo venne dispsota la sola misura di prevenzione personale, ma i beni gli vennero restituiti. La Cassazione annullò le sentenze e dispose un nuovo giudizio di secondo grado che decise la confisca dell’intero patrimonio.
Prima della sentenza il costruttore avrebbe cercato di far sparire il denaro portandolo all’estero secondo quanto ricostruito dagli inquirenti.
È stato questo a far scattare l’indagine: lo scorso agosto la Procura anticorruzione albanese ha segnalato ai pm di Palermo di aver bloccato un conto che era stato aperto da Zummo in una banca greca a Tirana con 19 milioni di euro provenienti da istituti di credito svizzeri.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA