Hiv: nel paziente non in cura spariscono i genomi del virus

È la seconda volta che si perdono tracce di carica virale in un paziente élite controllers

È successo di nuovo: per la seconda volta è stato individuato un soggetto sieropositivo attualmente non in cura nel quale sono sparite tracce del genoma dell’Hiv. La scoperta è stata rilevata in un paziente messicano dagli scienziati del Massachusets General Hospital e i risultati dell’analisi sono stati pubblicati sulla rivista Annals of Internal Medicine.

Un evento che lascia ben sperare sullo sviluppo di nuove cure per la malattia a partire proprio dallo studio dei cosiddetti pazienti élite controllers. Nel 2020 la prima scoperta del genere, rinvenuta su una paziente di San Francisco e riportata su Nature dallo stesso gruppo di ricerca guidato da Xu Yu. Anche in questo caso il test è stato effettuato su miliardi di cellule fra le quali non si trova più traccia del genoma dell’Hiv. A rendere particolare la scoperta il fatto che i pazienti non fossero sottoposti a cure con farmaci antiretrovirali.

Con questi medicinali infatti è possibile ridurre sensibilmente la carica virale dell’Hiv, che rimane però presente nell’organismo in modo latente nei cosiddetti “serbatoi”. Gli élite controllers riescono invece a sopprimere il virus dell’Hiv che così non si sviluppa in Aids. Questo gruppo di soggetti, attualmente sotto studio, costituisce appena lo 0,5% delle persone sieropositive.

In particolare in questi soggetti si analizza l’azione di specifiche cellule T, due tipi di linfociti che agiscono contro precise regioni associate al controllo del virus. Sulla base di queste ricerche ancora in corso è stato recentemente presentato lo studio di un vaccino terapeutico che, seppur in fase iniziale di sperimentazione su un campione ristretto di pazienti, sta dimostrando una buona capacità di mantenere bassissima la carica virale, consentendo l’interruzione dell’assunzione di farmaci per un periodo di almeno 5 mesi.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA

Rispondi