
Il messaggio del premier: “su Mediterraneo e Libia si giocano le grandi sfide per pandemia e clima”
È iniziata la settima edizione della Conferenza Rome Med – Mediterranean Dialogues, con un intervento del premier Mario Draghi.
Draghi ha sottolineato che la sfida più grande per i Paesi più sviluppati è da giocarsi nel Nord Africa: qui passerà la lotta alla pandemia ma anche la transizione energetica e sempre qui verranno testate le politiche su stabilità e controllo dei flussi migratori.
«Quest’incontro è l’occasione per rafforzare la cooperazione in un’area fondamentale per il nostro Paese. Il Mediterraneo oggi è un insieme di legami economici culturali. Un crocevia del mondo – ha detto il premier – basti pensare a quando la nave portacontainer Evergreen ha ostruito il canale di Suez, in 6 giorni sono raddoppiate le tariffe di spedizione. La chiusura di un accesso ha avuto conseguenze ovunque».
Draghi ha affrontato il tema del flusso migratorio: «da soli non possiamo controllare i movimenti migratori. L’Italia continua a promuovere un avanzamento europeo verso una gestione collettiva basata sull’equilibrio tra responsabilità e solidarietà. Vogliamo agire congiuntamente per prevenire flussi illegali, proteggere i più deboli tramite corridoi umanitari dai Paesi più vulnerabili e rafforzare i flussi legali che sono una risorsa e non una minaccia», ha affermato.
Il premier si è poi soffermato sulla situazione degli altri Paesi del Mediterraneo, partendo dalla Libia. «L’Italia sostiene con convinzione la transizione politica e di pacificazione della Libia. La conferenza di Parigi del 12 novembre scorso ha riaffermato l’unità della comunità internazionale attorno a questo obiettivo e ha confermato che solo un processo a guida libica potrà portare a una soluzione duratura della crisi del Paese. – E ha proseguito: – siamo vicini alle elezioni del 24 dicembre, un appuntamento cruciale per il futuro della democrazia nel Paese. Voglio rinnovare il mio appello a tutti gli elettori politici perchè le elezioni siano eque, inclusive e libere».
Il premier ha ribadito che l’Italia è fortemente impegnata anche nel resto del Maghreb: «c’è necessità di una stretta collaborazione tra tutti i Paesi dell’area per creare condizioni favorevoli allo sviluppo».
Per quanto riguarda il vicino oriente, Draghi aggiunge: «l’Italia ha accolto con favore la recente formazione del Governo in Libano che ha davanti molte sfide. Questo è solo il primo passo per uscire dalla crisi degli ultimi anni. Continuiamo ad assicurare il nostro impegno in questo percorso su piano bilaterale».
Sulla situazione di Israele, Draghi spiega: «guardiamo al processo di normalizzazione delle sue relazioni con il mondo arabo e pensiamo ci sia la necessità di riavviare gli sforzi internazionali a favore del processo di pace che deve essere negoziato direttamente tra le parti coinvolte».
Infine, il premier conclude: «la collaborazione tra Paesi del mediterraneo non può limitarsi a rapporti bilateriali ma deve svilupparsi in prospettiva di crescita sostenibile condivisa e di lungo termine. Per rafforzare i legami sociali che ci uniscono e le sfide che abbiamo davanti: a partire dal cambiamento climatico, con la temperatura dell’area mediterranea che è più alta della media globale e potrebbe comportare un maggior rischio di eventi climatici estremi. Le risorse comuni dei Paesi del Mediterraneo rendono auspicabile una politica energetica condivisa a partire dalle rinnovabili, dall’idrogeno verde».
Draghi ha chiuso il suo intervento facendo l’esempio del rinnovamento degli scali portuali: «con il Pnrr investiamo nella logistica per rendere i porti più sostenibili dal punto di vista ambientale e ridurre i consumi energetici. Miglioriamo e rendiamo più efficienti gli scali, aumentiamo i collegamenti intermediterranei per ridurre colli di bottiglia e per aumentare l’occupazione. Una sfida comune all’intera area soprattutto per i più giovani».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/FILIPPO ATTILI