
Si basa sulla tecnologia delle proteine ricombinanti, come quella usata per l’epatite B
L’Ema ha dato il via libera al nuovo vaccino anti-Covid Nuvaxovid, sviluppato da Novavax (lo abbiamo visto su Business24, clicca qui).
Si tratta del quinto vaccino che viene autorizzato in Europa contro il Coronavirus e si basa su una tecnologia diversa rispetto a quelli che lo hanno preceduto, i preparati Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson.
La differenza è l’uso della tecnologia delle proteine ricombinanti, già usata in altri vaccini come quello contro l’epatite B e il papilloma virus.
Novavax agisce preparando il corpo a difendersi dal Covid: contiene una versione di una proteina che si trova sulla superficie di Sars-Cov-2, la Spike, che è stata prodotta in laboratorio; questa si combina con una sostanza che aiuta a rafforzare le risposte immunitarie al vaccino, un adiuvante.
Come agisce Novavax? Quando viene somministrato, il sistema immunitario che lo riceve identifica la particella proteica come estranea e produce difese naturali, anticorpi e cellule T, per combatterla.
In seguito, se la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il Covid, il sistema immunitario riconoscerà la proteina spike esarà pronto ad attaccarla.
Anche i vaccini a mRna e a vettore virale, ovvero tutti gli altri sul mercato, stimolano la stessa risposta immunitaria: in entrambe le strategie si veicola all’interno delle cellule l’informazione necessaria alla produzione della proteina spike.
Novavax prevede due dosi di uguale dosaggio da somministrare a distanza di tre settimane e si conserva in frigorifero fino a 6 mesi.
La protezione offerta dovrebbe arrivare al 90%, secondo i due principali trial clinici condotti sul vaccino, che hanno coinvolto in totale oltre 45 mila persone.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/EPA/JIM LO SCALZO