
Alberto Fujimori dovrà rispondere dell’accusa di reato contro la vita, il corpo e la salute. Almeno 340mila donne furono sottoposte a un intervento di chiusura delle tube
A distanza di quasi 30 anni, l’ex presidente peruviano Alberto Fujimori sarà processato per l’accusa di aver costretto alla sterilizzazione migliaia di cittadine e cittadini durante il suo mandato, dal 1990 al 2000. Saranno co-imputati insieme a lui anche tre ex ministri della Sanità da lui nominati.
Annunciando il rinvio a giudizio del dittatore 83enne, il magistrato Rafael Martínez ha specificato il capo d’accusa: “reato contro la vita, il corpo e la salute, lesioni gravi, seguite dalla morte in un contesto di grave violazione dei diritti umani“.
La sterilizzazione rientrava in un più ampio progetto di controllo delle nascite ad opera del dittatore, che per tutto il suo mandato ha promosso questo trattamento specialmente nelle fasce economicamente svantaggiate.
Dal 1996 questo piano venne messo in atto anche con l’organizzazione di veri e propri festival in cui le persone venivano sterilizzate con intimidazioni, bugie, pressioni sui funzionari e ricatti.
Il Ministero della Sanità riporta che in quel periodo almeno 340mila donne si sarebbero sottoposte alla chiusura delle tube e 24mila uomini avrebbero subito vasectomie; di queste, almeno 180mila sarebbero state indotte con la forza. Cinque donne (è il numero ufficiale ma probabilmente non esaustivo) sono morte in seguito a complicanze dall’intervento.
Fujimori era già stato arrestato in Cile nel 2005 e in seguito estradato in Perù, dove nel 2009 è stato condannato a 25 anni per lesa umanità nell’ambito delle stragi compiute nei primi anni ’90 dal Grupo Colina, un distaccamento militare da lui voluto che assassinò 25 persone, fra cui anche un bambino.
di: Marianna MANCINI
FOTO: EPA/PAOLO AGUILAR