
A sostenerlo è l’avvocato ed ex consigliere speciale del dipartimento di Giustizia John Durham
Hillary Clinton avrebbe spiato Donald Trump. L’accusa all’ex first lady è stata mossa dall’avvocato ed ex consigliere speciale del dipartimento di Giustizia americano John Durham, che è stato ingaggiato dall’ex presidente per indagare sul ruolo dell’Fbi nell’inchiesta sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali del 2016. Secondo quanto emerso, Hillary Clinton non sarebbe stata solo “hackerata”, ma avrebbe anche “spiato” il suo avversario: l’accusa sostiene che i legali della campagna democratica avrebbero pagato nel 2016 un’azienda di tecnologia informatica per “infiltrarsi” nei server della Trump Tower e, dopo, della Casa Bianca, per trovare legami tra Donald Trump e Mosca.
Nell’occhio del ciclone un documento presentato alla corte l’11 febbraio in cui appare un riferimento a un non meglio precisato “Tech Executive-1” che per i media americani sarebbe Rodney Joffe, un tecnico che avrebbe usato la sua azienda privata di sicurezza informatica, accreditata dal Governo, per trovare legami tra la Trump Organization e le banche russe.
A lui sarebbe legato l’ex avvocato della campagna Clinton, Michael Sussmann, già incriminato per falsa testimonianza davanti a un agente federale. L’avvocato aveva negato di aver avuto “clienti” per i quali raccogliere “dati riservati” ma Durham accusa di falso e dichiara che all’epoca Sussmann aveva almeno due clienti: “Tech Executive-1”, ovvero Rodney Joffe, e la campagna di Clinton.
Ci sarebbero state “ripetute richieste di soldi” per il suo lavoro, anche se non è chiaro se siano state fatte ufficialmente, con richieste scritte o a voce. In base all’inchiesta condotta da Durham, l’azienda di cyber sicurezza aveva la possibilità di accedere a una serie di server e controllare dati sensibili, pescandoli a “strascico”.
All’epoca delle prime indagini l’ex consigliere di Trump non era stato in grado di raccogliere prove contro l’Fbi, ma questo nuovo sviluppo potrebbe rimettere tutto in discussione. «Questa storia mostra quanto i media siano totalmente corrotti e senza vergogna – ha accusato con una dichiarazione scritta – immaginate se fosse successo a parti inverse, se in particolare il presidente Donald Trump fosse stato beccato a spiare illegalmente l’ufficio del presidente. Si sarebbe scatenato l’inferno e qualcuno avrebbe tirato fuori immediatamente la sedia elettrica. La buona notizia è che tutti parlano non solo delle atrocità che vengono commesse contro la nostra nazione, ma anche del fatto che la stampa si rifiuta persino di menzionare i crimini più gravi che avvengono qui».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/EPA/JIM LO SCALZO