Draghi a Versailles: “Ue deve coordinare difesa comune”

Il premier: “il vertice è stato un successo”. L’Europa si muove verso un tetto ai prezzi del gas e le tasse sugli extraprofitti delle società elettriche

Il premier Mario Draghi ha tenuto una conferenza stampa al termine del Consiglio Europeo di oggi, durante il quale si è parlato della crisi energetica che i Paesi membri stanno attraversando e della necessità di ottenere una difesa comune più forte per prevenire situazioni come quella che si è verificata in Ucraina.

Per quanto riguarda la gestione delle energie rinnovabili, Draghi ha sottolineato che il Cdm ha approvato le delibere riguardanti 6 campi eolici e altre fonti di rinnovabili anche di grandi dimensioni: «si stanno muovendo le cose ma il processo organizzativo è ancora molto lento e questo sia a livello nazionale che internazionale. La Commissione ha promesso che aiuterà gli Stati membri in ogni possibile modo».

Successivamente Draghi ha parlato della possibilità ventilata di introdurre un tetto ai prezzi del gas: «è il secondo pilastro: è un argomento molto complesso ma io credo che qualche effetto importante lo possa avere, tanto è vero che da quando si è cominciato a discutere di questo il prezzo del gas è crollato. Ci sono pareri vari, molti hanno sostenuto questa opportunità e quindi la Commissione al prossimo consiglio Ue presenterà un rapporto su come diminuire il contagio dal gas sul resto dell’elettricità».

Il presidente del Consiglio ha evidenziato anche la necessità di staccare il prezzo dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili da quello del gas: «oggi c’è un solo prezzo quindi anche l’energia prodotta da molti fonti rinnovabili ci arriva allo stesso prezzo del gas». Inoltre, la Commissione ha riconosciuto come molto importante la tassazione degli extra profitti delle società elettriche, da cui potrebbe arrivare un gettito di 100 miliardi.

A proposito di insufficienze energetiche, Draghi ha spiegato che la discussione si è allargata anche all’agroalimentare: «se la situazione dovesse perdurare o aggravarsi occorrerà importare da altri Paesi, e tutto questo cosa genera? La necessità di una riconsiderazione di tutto l’apparato regolatorio che è giustificata da questa situazione di emergenza. Questo argomento lo ritroviamo sul patto di stabilità, sulla legge sugli aiuti di Stato, sul mercato dell’elettricità, in sostanza, c’è la convinzione che occorra rivisitare temporaneamente le regole che ci hanno accompagnato in questi anni».

Per quanto riguarda la difesa, Draghi ha dichiarato: «c’è stata una discussione breve ma interessante. Il dato interessante riportato da Borrell è che l’Ue spende per la difesa tre volte quello che spende la Russia. Quindi quello che noi dobbiamo raggiungere è un coordinamento di gran lunga migliore di quello che è oggi. Noi abbiamo 147 sistemi di difesa mentre gli Usa ne hanno 34. La partecipazione alle gare, la produzione, i progetti comuni, il rilascio delle licenze, il coordinamento delle truppe sui campi, sono tutti temi su cui si è deciso di proseguire insieme».

Sulla discussione macroeconomica la discussione è stata interessante: «è un momento di grande incertezza – ha specificato Draghi – non si può dire che l’economia vada male perchè l’Europa continua a crescere, nello stesso tempo questa incertezza suggerisce preoccupazioni per il futuro e quindi detta quella che è l’agenda di politica economica per i prossimi mesi. Bisogna tenere presente una cosa: i bisogni finanziari dell’Unione Europea per misurare gli obiettivi di clima, difesa ed energia sono molto grandi. Secondo i calcoli della Commissione assumendo che la mancanza che vogliamo riempire sia 0,6% del Pil dell’Ue che è quello che ci separa dal livello deciso nella Nato, il fabbisogno finanziario va da 1,5 a tre milioni di euro. questo per rispettare gli obiettivi climatici del 2030 e per metterci in regola con le promesse sottoscritte Nato. È chiaro che i bilanci nazionali non hanno questo spazio. Bisogna trovare un compromesso su come generare queste risorse».

Infine, Draghi ha specificato che occorrerà una risposta di politica di bilancio se l’economia dovesse indebolirsi “perché ci sono queste mancanze di materie prime, sanzioni, diminuzione export in generale”, e questo perché l’incertezza “può proiettarsi sul commercio mondiale”. I mercati finanziari sono abbastanza agitati e occorrerà una convincente risposta di bilancio a placarli. “Serve una risposta europea”.

Il premier ha concluso che di tutti questi argomenti si discuterà nuovamente tra qualche giorno nel consiglio informale di Bruxelles.

di: Micaela FERRARO

FOTO: ANSA

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