
Affluenti ai minimi storici dal 1972, preoccupazione per l’irrigazione
Il Nord Ovest soffre i 100 giorni senza piogge significative. Trebbia, Secchia e Reno sono ai minimi storici dal 1972 e le portate di Dora Baltea, Adda, Ticino segnano un -75%. Sono i dati riportati dall’Osservatorio sulle crisi idriche convocato dall’Autorità di bacino del fiume Po – Ministero della Transizione Ecologica.
Le conseguenze potrebbero farsi risentire anche sull’agricoltura, con dei seri problemi per l’irrigazione. «Livelli di siccità così severa fino in taluni casi a essere addirittura estrema in questo periodo non sono certamente nella norma. Sta iniziando proprio in questo periodo la stagione più importante dell’anno per il comparto agricolo – sottolinea Meuccio Berselli, Segretario Generale di ADBPo-MiTE – e serve risorsa per poter far fronte ai fabbisogni utili alle produzioni che in questo momento storico sono ancora di più indispensabili per le nostre comunità. È prioritario dunque che si istituiscano dove possibile le deroghe per consentire il prelievo di acqua. Prelievo che per l’agricoltura e la produzione di energetica idroelettrica, vista la carenza, ha una valenza imprescindibile».
L’inverno 2021-2022 è stato uno dei più caldi e con, in media, il 65% in meno di precipitazioni. Queste condizioni hanno fatto sì che il Po raggiungesse i valori minimi dal 1972. La sezione maggiormente in crisi è quella di Piacenza, dove la portata è ridotta del 66% (260 m3/s) ed è stata definita come zona di estrema siccità idrologica.
Anche le sorgenti soffrono, soprattutto nelle zone appenniniche e piemontese. Preoccupa inoltre l’avanzamento del cuneo salino, che ha superato i 10 km di intrusione dalla costa, principalmente nel ramo di Pila e Goro.
di: Flavia DELL’ERTOLE
FOTO: PIXABAY