Ucraina accusa Russia: rubate 133 sostanze radioattive

Kiev, l’Arcivescovo: “persone torturate nella chiesa ortodossa di Lukashivka”

L’esercito russo è accusato, dall’Ucraina, di aver rubato sostanze radioattive dai laboratori di ricerca ucraini. L’Agenzia statale che gestisce la zona di Chernobyl ha scritto sulla propria pagina Facebook che le truppe di Mosca sono entrate in un’area di stoccaggio della base di ricerca dell’Ecocentre e hanno rubato 133 sostanze altamente radioattive. “Anche una piccola parte di questa attività può essere mortale se gestita in modo non professionale“, ha dichiarato l’agenzia, aggiungendo inoltre che “l’ubicazione delle sostanze rubate è attualmente sconosciuta“.

Dal 24 febbraio la centrale nucleare era occupata dalle truppe russe. L’occupazione è andata avanti fino al 31 marzo, quando è iniziato il ritiro. L’allarmante messaggio di Petro Kotin, il capo dell’operatore nucleare statale ucraino Energoatom, arriva a seguito di un sopralluogo a Chernobyl, nella zona della Foresta Rossa.

I soldati russi che hanno scavato le trincee nella zona del disastro nucleare, secondo Kotin andranno incontro a “malattie provocate dalle radiazioni in vari gradi di gravità“.

Giunge in queste ore l’appello dell’Arcivescovo di Kiev, che denuncia altre atrocità della guerra: «in questi giorni in Ucraina sono stati scoperti terribili crimini commessi dagli occupanti. E proprio domenica vorrei ricordare una circostanza che ha sconvolto tutti i credenti. Nella regione di Chernihiv, e precisamente nel villaggio Lukashivka, nella chiesa ortodossa dell’Ascensione del Signore, monumento di architettura, gli occupanti hanno dislocato la loro sede, profanando la chiesa ortodossa. Vi hanno interrogato e torturato le persone».

«Oggi – dice l’Arcivescovo Sviatoslav Shevchuk – vicino a questo edificio sacro troviamo decine di corpi di ucraini innocenti assassinati. Quelli che si proclamano cristiani ortodossi hanno profanato il tempio; e il tempio dove deve essere onorato il nome di Dio, è stato trasformato in un luogo di tortura, umiliazione e omicidio».

Sarà domani a Mosca il cancelliere austriaco Karl Nehammer, e incontrerà il presidente russo Vladimir Putin. Dopo aver incontrato, sabato a Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Si tratta del primo leader europeo che incontrerà il presidente russo dall’inizio del conflitto. Oggi Nehammer ha avuto una lunga telefonata con Recep Tayyip Erdogan, il presidente della Turchia, Paese che svolge il ruolo di mediatore nei negoziati russo-ucraini. Il presidente turco avrebbe assicurato al cancelliere austriaco che la Turchia «è pronta a fornire ogni tipo di sostegno per facilitare la pace tra Ucraina e Russia».

«Ricatti? Direi che il vero e unico ricatto è chiedere il pagamento in rubli di contratti di gas già in corso, e quella russa è chiaramente una richiesta inaccettabile. L’Italia, per evitare di affrontare eventuali crisi derivanti da queste condizioni irricevibili, sta agendo per diversificare le fonti di approvvigionamento. Come Unione Europea, giustamente, stiamo potenziando un piano di sicurezza energetica a tutela dei nostri cittadini» è la dichiarazione di Giuseppe Marici, portavoce del ministro Di Maio, in risposta a quanto dichiarato da Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo.

Si sta intensificando la campagna di reclutamento in Russia, che si estende agli uomini che fino ad ora erano stati esentati, per il conflitto in Donbass. Secondo l’Intelligence ucraina anche i lavoratori impegnati delle imprese strategiche stanno venendo arruolati. Mosca sembra intenzionata a reclutare 1.700 operai delle acciaierie di Alchevsk e anche alcuni addetti alla manutenzione delle linee elettriche.

di: Flavia DELL’ERTOLE

FOTO: ANSA/MAXAR TECHNOLOGIES HANDOUT

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