Eliseo 2022, la Francia torna alle urne

Alle 12 l’affluenza alle urne si attesta al 25,48%, ben tre punti in meno rispetto alla rilevazione del primo turno nel 2017. In Guadalupe e Martinica trionfa Mélenchon

Nonostante una campagna elettorale scostante rispetto ai riflettori internazionali, puntati sul conflitto in Ucraina, è giunto il momento della resa dei conti per l’Eliseo. Dopo cinque anni, 48,7 milioni di elettori si apprestano a rinnovare il presidente della Francia.

La sfida, che con ogni probabilità porterà per la seconda volta al ballottaggio Emmanuel Macron e Marine Le Pen, è tutt’altro che scritta. I contendenti sarebbero separati da due soli punti nel primo turno, attestandosi nei sondaggi al 26% (Macron) e al 24% (Le Pen).

Lo scarto, nelle proiezioni attuali, rimarrebbe tale anche al secondo turno, eventualmente in programma il 24 aprile.

L’attuale presidente punta ad un secondo mandato, facendo leva anche alla visibilità internazionale acquisita nelle fasi più delicate della guerra in corso, ma si trova anche a rendere conto del suo operato davanti a un elettorato che non manca di rimproveri.

Dall’altro lato siede la candidata di estrema destra Le Pen, già sconfitta nella tornata del 2017, che nelle ultime settimane è in continua rimonta nei sondaggi. Oltre alla coppia di eterni avversari, in lizza ci sono altri candidati, 12 in totale.

Nello spettro politico, i candidati sono equamente distribuiti: quattro aspiranti presidenti sono di estrema sinistra (Jean-Luc Mélenchon, Nathalie Arthaud, Fabien Roussel e Philippe Poutou), cinque sono moderati (Anne Hidalgo, Valérie Pécresse, Yannick Jadot, Jean Lassalle, Emmanuel Macron) e tre di estrema destra (Marine Le Pen, Éric Zemmour e Nicolas Dupont-Aignan).

Il Partito Socialista francese si presenta indebolito anche in questa tornata elettorale; la candidata Anne Hidalgo, attuale stimata sindaca di Parigi, è data bassissima nei sondaggi, tanto da non superare nemmeno la soglia minima per ottenere il rimborso delle spese per la campagna elettorale.

Anche Les Républicains puntano su una donna con Valérie Pécresse, vincitrice delle primarie contro Éric Ciotti ed esponente dell’ala più destrorsa del partito. Non mancano in lizza i Verdi guidati da Yannick Jadot, già europarlamentare; Jean Lassalle si candida con il il suo nuovo partito Résistons, dopo aver lasciato il suo vecchio polo centrista, il Mouvement Démocrate.

Il polo centrista si presenta dunque frammentato e incapace di rappresentare una concreta alternativa al presidente uscente. In caso di ballottaggio La République en Marche di Macron dovrà guardarsi soprattutto dalle intenzioni di voto degli estremisti, con gli elettori di Zemmour che hanno cominciato a confluire verso la Le Pen già a partire dal primo turno e i sostenitori di Mélenchon che non necessariamente appoggeranno l’attuale presidente.

Affluenza alle urne

Alle 12 l’affluenza alle urne si attesta al 25,48%, ben tre punti in meno rispetto alla rilevazione del primo turno nel 2017 (28,54%).

Proiettando nel lungo periodo il dato sull’affluenza, troviamo un riscontro inferiore anche rispetto alla rilevazione del 2012 (28,3%), ma comunque migliore del 2002 quando si registrò il minimo storico nella partecipazione elettorale.

Il dato odierno è quattro punti sopra al record negativo e scongiura la possibilità paventata dagli analisti di un risultato ancora peggiore, pur restando indicativo di una grave disaffezione dell’elettorato.

Nel pomeriggio i seggi esteri sono già chiusi e si mette mano ai primi risultati. Nei dipartimenti d’oltremare di Guadalupa e Martinica si è registrata un’affluenza del 42,67% e 44,76%.

Nelle Antille francesi il trionfo è tutto di Jean-Luc Mélenchon che ha ottenuto il 56% delle preferenze in Guadalupa, seguito da Le Pen (17,92%) e Macron (13,43%) e il 56,16% in Martinica.

A Saint-Barthélemy la France Insoumise lascia invece il posto al presidente uscente, vicinissimo a Le Pen (23,8% contro 22,4%); al terzo posto Zemmour con il 17,7%.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/SALVATORE DI NOLFI

Rispondi