Fratelli d’Italia e Lega bocciano la proposta di trasformare la federazione in un partito unitario. Secondo i sondaggi muta l’orientamento al voto degli italiani
Centrodestra unito ma non troppo: Silvio Berlusconi propone un partito unico con Fratelli d’Italia ma la Meloni e Salvini respingono l’idea. Questo è quanto sarebbe successo ieri nel corso di una riunione degli europarlamentari azzurri. Secondo fonti interne del gruppo al Parlamento europeo, infatti, l’ex Cavaliere avrebbe più volte fatto presente la volontà di realizzare il progetto per creare “un partito capace di unire le varie sigle del centrodestra sul modello del partito laburista inglese o dei Repubblicani francesi”. L’idea girava già da qualche settimana ma sembrava riguardare solo Forza Italia e la Lega di Salvini.
Notizia poi smentita dal leghista già nella serata di ieri mentre era ospite a Rete4. «Nessuno sta parlando di partiti unici. Un conto è collaborare, federare, un conto è mischiare i partiti dalla sera alla mattina. Gli italiani dopo un anno di sofferenza non ci chiedono giochini politici ma fatti: salute, lavoro, riaperture – ha dichiarato il leader del Carroccio. – Presentare proposte di legge, emendamenti, iniziative pubbliche insieme è un conto. Fondare nuovi partiti non credo che serva e interessi nessuno».
Dello stesso avviso anche il responsabile organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli che ha parlato a nome del partito della Meloni. «Comprendiamo le riflessioni e la necessità degli amici alleati di centrodestra che sono nella maggioranza di governo di fare squadra per provare ad arginare le proposte di Pd e Cinquestelle, che rischiano di essere le forze trainanti – ha aggiunto. – È bene che si collabori di più e, anzi, dall’opposizione siamo pronti ad esaminare se e quando arriveranno proposte delle altre forze di centrodestra in linea con il programma dell’alleanza. Altra cosa è il partito unico, che non avrebbe senso né per noi né per gli elettori. Siamo alleati, abbiamo programmi compatibili in grado di trovare una sintesi in un programma di governo, ma non siamo la stessa cosa e ci rivolgiamo a sensibilità diverse».
A superare l’idea della federazione era anche il coordinatore di FI Antonio Tajani che, interpellato a margine del tavolo di lavoro a Roma sul fisco, ha dichiarato: «noi stiamo esaminando tutte le proposte ma il mio sogno è di avere entro le elezioni del 2023 un’unica grande forza del centrodestra, un grande partito conservatore liberale riformista e garantista allargato a tutti gli uomini e le donne di buona volontà che vogliano creare un’alternativa in questo paese. Noi vogliamo quasi andare oltre la federazione pensando ad un partito unico».
Sembra, dunque, che la futura federazione di centrodestra sia destinata a non subire, almeno per il momento, alcun tipo di trasformazione. È invece prevista una riunione tra vertici della Lega ed Fdi per stabilirne per regole di funzionamento: l’obiettivo sembrerebbe voler arrivare alla fine della legislatura in questo modo.
Ma la volontà di Forza Italia di tirare a sé Fdi e la Meloni non è di certo casuale: c’è chi la considera voglia di tornare a guidare il centrodestra; c’è chi, invece, ci vede l’intenzione di mediare nel continuo testa a testa di consensi tra la Meloni e Salvini. O, forse, più semplicemente ha fatto gola la popolarità sempre crescente della leader. Stando agli ultimi sondaggi, infatti, le dinamiche all’interno della politica italiana stanno lentamente ma inesorabilmente cambiando. Secondo una rilevazione di Ipsos per la prima volta Fratelli d’Italia ha sorpassato la Lega nei consensi (20,5% contro il 20,1%) ma sullo scalino più alto nelle intenzioni di voto rimane il Pd a quota 20,8%. Risultati diversi ma non così dissimili anche in un altro sondaggio di Swg sempre in tema di orientamento al voto: la Lega sarebbe in testa con il 20,9%, seguita da Fdi al 20,4% e i dem al terzo posto con il 19%. Per quanto riguarda le personalità politiche del centrodestra, invece, una rilevazione di Demos riporta Giorgia Meloni in testa come leader preferita del centrodestra (32%), Matteo Salvini al secondo (24%) e Berlusconi al terzo (6%).
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA