Green Pass: la posizione dei sindacati

Landini, Bombardieri e Sbarra hanno incontrato ieri il premier Draghi

Che il Green Pass non diventi uno strumento in mano alle aziende per demansionare, licenziare o discriminare i lavoratori e le lavoratrici. È questa la richiesta dei sindacati emersa durante l’incontro dei leader con il premier Draghi a Palazzo Chigi. Ad annunciarlo è stato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: «il Governo si è riservato di fare delle valutazioni e ha detto che terrà conto delle valutazioni e dei ragionamenti che abbiamo avanzato».

«L’obbligo delle vaccinazioni non può essere in alcun modo utilizzato per fare distinzioni o discriminazioni, sul piano lavorativo, tra coloro che si sono vaccinati e persone che non sono vaccinate – ha approfondito il sindacalista. – In molti casi ci sono persone che hanno problemi sanitari e di fragilità e quindi, a maggior ragione, devono essere valorizzati all’interno dei luoghi di lavoro. Su questo punto – prosegue – deve essere il Governo a fare una valutazione. Per quello che ci riguarda una norma di questa natura non potrebbe portare al licenziamento per chi non si vaccina. Le forzature in questa fase sono controproducenti all’obiettivo di estendere la vaccinazione, che per noi rimane l’obiettivo fondamentale e centrale, perché il virus si sconfigge proprio in questa direzione. Il Governo ha capito la nostra posizione. Non è attraverso un accordo sindacale che si fa un obbligo. Per noi non esiste alcun accordo sindacale che possa sancire l’obbligo, perché su una materia di questa natura l’obbligo può essere sancito solo da una norma legislativa che, finora, è stata fatta solo per alcuni lavoratori nel settore della sanità e quindi, da un certo punto di vista, questa è una scelta che deve fare il Governo. Non abbiamo nulla in contrario sul green pass ma l’obbligo di vaccinazione può essere definito solo da una normativa di legge che non può fare che il Parlamento e il Governo. Ci devono essere norme e valutazioni che deve fare il governo e noi non vogliamo assolutamente sostituirci in quella direzione. Sulle questioni salute, sicurezza, ritiro dei licenziamenti, investimenti e Pnrr, il Governo si è impegnato, a fine agosto e primi di settembre, a convocare un incontro apposito per proseguire la discussione con le organizzazioni sindacali» – conclude Landini.

La stessa linea di Landini viene sostenuta anche dai segretari della Uil e della Cisl. «Per quanto ci riguarda, sulla obbligatorietà dei vaccini e sul Green pass c’è un accordo sulla sicurezza sottoscritto dalle parti sociali e recepito da un decreto. Qualsiasi tentativo di modificare quell’accordo ha bisogno di una legge. Se lo ritengono, Parlamento e Governo si assumano la responsabilità di intervenire – ha commentato il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri. – Abbiamo ricordato che, facendo un giro per il mondo, l’unico Paese nel quale è prevista l’obbligatorietà dei vaccini è l’Arabia Saudita. E non mi pare un punto di riferimento per il nuovo rinascimento. È un argomento sul quale abbiamo necessità di confrontarci».

«Se il Governo, sulla base di dati scientifici e sanitari, ritiene che ci sia una fondata preoccupazione sulla ripartenza del covid, nella sua autonomia può adottare una norma che valga non solo per i lavoratori ma per l’insieme dei cittadini – ha aggiunto Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, lasciando Palazzo Chigi. – Abbiamo rappresentato al presidente Draghi la volontà ad aprire un confronto con le associazioni datoriali e con lo stesso Governo nella prospettiva di migliorare rafforzare i contenuti degli accordi che abbiamo sottoscritto e per sostenere la campagna di vaccinazione nei luoghi di lavoro. In questo ultimo anno e mezzo, per effetto dei protocolli su salute e sicurezza, non abbiamo registrato focolai nelle aziende. Bisogna portare avanti in maniera più profonda la campagna di vaccinazione aprendo hub e applicando per intero i contenuti che abbiamo sottoscritto, cominciando dal pieno rispetto dell’uso dei dispositivi di protezione individuale. Il Governo si è riservato di adottare decisioni e determinazioni, noi siamo disponibili a rafforzare i documenti condivisi e sul sostegno alla campagna di vaccinazione. In questi quattro mesi si è fatto poco, si potrebbe migliorare allargando i poli di vaccinazione in tutti i luoghi di lavoro».

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA

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