
È successo nel Palermitano. Tra le accuse anche estorsione e accesso abusivo a sistema informatico
I carabinieri di Palermo questa mattina hanno eseguito 10 misure cautelari nei confronti di altrettante persone accusate di associazione mafiosa, droga e accesso abusivo a sistema informatico.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, su richiesta dei pubblici ministeri, ha emesso i provvedimenti cautelari per i 10 indagati: 8 sono in carcere, uno agli arresti domiciliari e l’ultimo, ex comandante dei vigili urbani di San Giuseppe Jato, è stato sospeso dall’ufficio.
I fermati agivano tra San Giuseppe Jato e San Cipirello.
Le indagini riguardano il periodo compreso tra febbraio 2017 e novembre 2019: i carabinieri del Gruppo di Monreale e del Nucleo investigativo di Palermo hanno ricostruito le dinamiche del mandamento mafioso: secondo quanto emerso, i boss avrebbero imposto il pizzo al titolare di un centro scommesse per sostenere le famiglie dei detenuti. Non solo: la stessa “tassa” sarebbe stata attribuita anche agli ambulanti durante la festa religiosa delle Anime Sante. Questi ultimi dovevano pagare 50 euro per una bancarella.
La famiglia mafiosa avrebbe poi interagito con una serie di appalti e finanziato lo spaccio di hashish in tutta la zona compresa tra Santa Maria del Gesù e Porta Nuova, fino a San Giuseppe Jato.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/EPA