
Seduta sospesa dopo lo scrutinio segreto che ha vista approvata la proposta di Lega e Fdi
La “tagliola”, ovvero il non passaggio all’esame degli articoli del ddl Zan proposto da Lega e Fdi, è stata approvata dal Senato con scrutinio segreto. L’iter di approvazione del disegno di legge contro l’omotransfobia, dunque, incontra un nuovo ostacolo.
Nel dettaglio, i voti a favore sono stati 154, 131 i contrari e due gli astenuti.
La seduta è poi stata sospesa dalla presidente, Elisabetta Casellati. Riprenderà dopo la conferenze dei capigruppo.
Per Matteo Salvini, è stata “sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5Stelle“. «Hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione e hanno affossato il Ddl Zan. Ora ripartiamo dalla proposte della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione» – ha commentato.
Arriva da Twitter la reazione del deputato Alessandro Zan: «chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il ddl Zan è il responsabile del voto di oggi al Senato. È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare».
«Hanno voluto fermare il futuro e riportare l’Italia indietro – ha scritto, sempre su Twitter, il leader del Pd, Enrico Letta. – Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi (imbrogli, ndr), al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà». Ci si chiede se i franchi tiratori facessero parte del Pd o dell’area generale a favore del ddl.
Subito arrivato anche il commento di Giuseppe Conte: «sul ddl Zan registriamo un passaggio a vuoto su un percorso di civiltà e di contrasto a ogni forma di discriminazione e violenza per l’orientamento sessuale. Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese, che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari».
Da Forza Italia, Elio Vita lascia gli incarichi interni al partito che ha votato a favore delle pregiudiziali (“per coerenza con le mie convinzioni, a malincuore rimetto l’incarico che mi hai affidato“), mentre Barbara Masini ha dichiarato: «la mia storia personale e la mia coscienza mi hanno costretto a votare contro le mozione di non passaggio agli articoli presentata da Lega e FdI, andando anche contro il mio gruppo di riferimento».
Il senatore Luigi Zanda ha commentato in Aula: «rispetto la decisione del presidente del Senato, ma dissento. Se il non passaggio agli articoli sarà bocciato, il ddl potrà proseguire il suo iter. Viceversa verrebbe definitivamente archiviato e non vedrà mai la luce».
«Sui diritti non si fa nessun gioco – ha dichiarato il presidente di Italia Viva, Teresa Bellanova. – Non ci si trincera nel segreto dell’urna. Ognuno si assuma la responsabilità di far sapere da che parte sta. No al voto segreto».
Casellati ha ammonito il senatore pentastellato Vincenzo Santangelo, censurandolo e minacciandolo di allontanamento. Il gruppo M5S, infatti, ha protestato chiedendo di intervenire ma, come spiegato dalla numero uno dell’Aula, “in base al regolamento parla uno per gruppo“.
A decidere per il voto segreto era stata la stessa presidente di Palazzo Madama, dopo la richiesta dei due partiti di centrodestra. «Il presidente ritiene ammissibili le due richieste di votazione segreta in base al regolamento e ai precedenti» – ha risposto Casellati.
In merito alla richiesta, il senatore della Lega Roberto Calderoli aveva detto: «volevo precisare che cos’è esattamente il non passaggio agli articoli e dire al deputato Zan che non si tratta di un voto truffa o peggio ancora una trappola, è un istituto previsto».
A tal proposito il senatore Andrea Cangini di Forza Italia, a favore della “tagliola” proposta da Lega e Fdi per votare direttamente il ddl Zan, senza l’esame di articoli ed emendamenti, aveva affermato: «il voto segreto ha un senso più che in altri casi, perché è davvero una questione di coscienza che è diventata iperpolitica. Anche chi è più favorevole alla norma così com’è, non ha espresso criticità rispetto al voto perché è diventata una questione politica e credo che faticherà a esprimersi in dissenso» – ha aggiunto sul voto finale dei senatori azzurri.
«Rivolgo un appello a tutti – aveva, invece, dichiarato il senatore del Pd, Andrea Marcucci, – non sciupiamo tanta attività parlamentare e un lavoro importante fatto alla Camera, tutti insieme, noi come forze politiche. Per favore riflettete, sarebbe sbagliato per il nostro Paese e per gli italiani tutti. Con un passaggio formale molto difficile, stiamo parlando di diritti, di libertà individuali, di garanzie, di dignità delle scelte personali. A breve ci sarà un voto delicatissimo che può bloccare l’iter di questo provvedimento».
Ha concluso: «siamo vicini a un obiettivo importante, non per un partito o per alcun categorie, ma per tutta la comunità nazionale e per avere una legge che tutela i più deboli».
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI