Conflitto armato: stato d’emergenza in Etiopia

Il Governo teme un’avanzata dei combattenti tigrini verso la capitale Addis Abeba. Gutteres: “appello per un immediato cessate il fuoco”

L’Etiopia ha dichiarato lo stato d’emergenza con effetto immediato a causa dei conflitti che imperversano nella regione del Tigray.

La decisione del Consiglio dei ministri è arrivata dopo che i combattenti tigrini hanno conquistato le città di Dessie e Kombolcha, nella vicina regione di Amhara, considerate punti strategici.

La capitale Addis Abeba si prepara ora a difendersi dagli attacchi dopo che gli stessi combattenti hanno dichiarato di voler avanzare verso sud.

Lo stato d’emergenza avrà durata 6 mesi e comporterà un coprifuoco, l’interruzione dei servizi di trasporto e i viaggi e la detenzione a tempo indeterminato di chiunque sia sospettato di avere legami con un gruppo terroristico. Tra le possibilità c’è anche lo scioglimento delle amministrazioni locali con l’instaurazione di comandi militari.

Si diffonde dunque un senso di grave preoccupazione tra i ranghi dell’Onu. Il segretario generale, Antonio Guterres, si è detto “estremamente preoccupato per l’escalation di violenza in Etiopia e per la recente dichiarazione dello stato di emergenza“. In una nota del portavoce ha affermato che è “in gioco la stabilità del Paese e dell’intera regione“. Guterres ha inoltre ribadito l’appello per “l’immediata cessazione delle ostilità, accesso umanitario illimitato per fornire assistenza urgente salvavita e un dialogo nazionale inclusivo per risolvere la crisi e creare le basi per la pace e la stabilità“.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha oggi commentato un rapporto d’indagine congiunta della Commissione etiope per i diritti umani e dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani che evidenzia possibili crimini di guerra e contro l’umanità nella regione etiope del Tigrey. In particolare, il rapporto copre il periodo tra il 3 novembre 20202 e il 28 giugno 2021, dall’inizio del conflitto armato fino alla dichiarazione di un cessate il fuoco unilaterale del Governo.

«Il conflitto del Tigrè è caratterizzato da un’estrema brutalità – ha detto. – La gravità delle violazioni e degli abusi che abbiamo documentato sottolineano la necessità di ritenere gli autori di tutte le parti responsabili. Poiché il conflitto si è intensificato, con i civili presi in trappola, è fondamentale che tutte le parti prestino attenzione ai ripetuti appelli per porre fine alle ostilità e cerchino un cessate il fuoco duraturo».

Nel dettaglio, il Joint Investigation Team ha messo in luce una serie di violazioni e abusi, tra cui omicidi illegali ed esecuzioni extragiudiziali, tortura, violenza sessuale e di genere, violazioni contro i rifugiati e sfollamento forzato di civili.

Stando a quanto ritenuto dagli autori del rapporto, vi “sono ragionevoli motivi per ritenere che tutte le parti in conflitto nel Tigrè abbiano, in varia misura, commesso violazioni dei diritti umani internazionali, umanitari e diritto dei rifugiati, alcune delle quali possono costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità“.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/AFP/Yasuyoshi CHIBA

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