Iraq, illeso il premier dopo l’attacco drone. Condanna di Nato e Ue

Moustafa al-Kazimi ha fatto sapere di stare bene. Secondo il capo della Snsc, il tentativo di assassinio è collegato ai think tank dei Paesi stranieri

Un drone esplosivo ha colpito la residenza del primo ministro iracheno Moustafa al-Kazimi, nella Green zone di Baghdad. Il capo del Governo è rimasto illeso.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha condannato fermamente l’attacco. Come scrive su Twitter, infatti, la “Nato sostiene le istituzioni di difesa e sicurezza irachene nella lotta al terrorismo e nel mantenimento dell’indipendenza e della sovranità del loro Paese“.

La stessa condanna è arrivata anche dall’Unione europea. «Qualsiasi violenza è inaccettabile e non deve essere consentito di minare il processo democratico – ha affermato l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, in una nota. – Calma, moderazione e dialogo sono essenziali nel periodo post-elettorale. Tutte le parti devono impegnarsi nel dialogo politico e nella cooperazione per affrontare le sfide che l’Iraq sta gestendo nell’interesse del Paese e del popolo iracheno. L’Ue continua a sostenere il popolo iracheno nel suo cammino verso la pace, la stabilità e la prosperità».

A rendere nota la notizia sono state alcune fonti di sicurezza. Mustafa al-Kadhemi fatto sapere di stare “bene” e ha invitato alla “calma e moderazione“. «Sto bene, lode a Dio, e chiedo calma e moderazione da parte di tutti per il bene dell’Iraq» – ha scritto su Twitter.

Per l’attacco sarebbero stati usati tre droni, “lanciati da un sito vicino al Ponte della Repubblica“. Due sono stati abbattuti dagli agenti di sicurezza.

Il tentativo di assassinare il primo ministro si collega alle proteste dei filo-iraniani che hanno organizzato un sit-in all’ingresso della Green zone contro il risultato delle elezioni parlamentari dello scorso 10 ottobre. 

Secondo il capo del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano (Snsc), Ali Shamkhani, inoltre, rappresenta una nuova insurrezione, riconducibile ai think tank di alcuni Paesi stranieri. «Questi Paesi non hanno portato nulla in Iraq se non insicurezza e discordia attraverso la creazione e il sostegno a gruppi terroristici, nonché l’occupazione di quel Paese» – ha twittato.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/EPA/AHMED JALIL

Rispondi