
Contestazioni del voto da parte di Joe Biden che definisce le presidenziali “una commedia”
Non è stata una grossa sorpresa il risultato delle elezioni presidenziali in Nicaragua: al termine degli scrutini è stato eletto per il quarto mandato Daniel Ortega con il 75% dei consensi (come abbiamo anticipato qui).
Ortega è al potere da 14 anni ma il voto potrebbe essere fallace, visto che l’esito ha escluso i 7 principali oppositori, tutti in carcere con l’accusa di “attacchi alla sovranità”, “tradimento” o “riciclaggio di denaro”.
Non solo: durante le votazioni Ortega ha affrontato cinque sfidanti poco conosciuti, ritenuti di fatto suoi collaboratori e così il Fronte sandinista di liberazione nazionale (Fsln) ha ottenuto 75 dei 90 seggi del parlamento del Nicaragua.
Sull’onda di queste notizie, il risultato delle presidenziali è stato contestato in molte parti del mondo.
Il presidente americano Joe Biden ha definito le elezioni “una commedia”, e dalla Spagna il giudizio non è più clemente, il Governo iberico le definisce “una farsa”. Parere analogo anche quello della Divisione per le Americhe di Human Rights Watch: «il presidente Ortega esercita il controllo di tutti i poteri, compresa l’Assemblea nazionale, i tribunali e il Consiglio elettorale supremo».
È stata organizzata contro Ortega una protesta a San José, capitale del Costa Rica (leggi qui), dove risiedono 100mila nicaraguensi: i manifestanti hanno diffuso la parola d’ordine “rimanete a casa” denunciando l’organizzazione pilotata delle presidenziali.
I dati sono controversi. Secondo quelli diffusi dal Supremo consiglio elettorale sulla base dello spoglio delle schede nel 49% dei seggi, Ortega ha ottenuto il 75% delle preferenze mentre il tasso di affluenza è stato del 65,34%.
Ma secondo l’osservatorio indipendente Urna Abiertas, invece, il tasso di astensionismo è in realtà del 81,5%, dopo le dovute verifiche effettuate da 1.450 osservatori non autorizzati ma comunque presenti in 563 seggi durante la giornata elettorale.
Ancora, secondo un sondaggio Cid Gallup, se le elezioni fossero state libere, il 65% dei 4,4 milioni di elettori iscritti avrebbe votato per un candidato dell’opposizione contro il 19% che sarebbe rimasto fedele al presidente uscente.
La protesta contro il neo-presidente è forte: gli viene contestata una gestione del potere autoritaria e accentratrice e l’opposizione è costata più di 300 morti in violente repressioni. Dal 2018 sono fuggiti 100 mila cittadini, almeno, e dallo scorso giugno, nella follia della campagna elettorale, 39 personalità di spicco sono state arrestate tra leader di opposizione, imprenditori, studenti, giornalisti e persino contadini sospettati di sostenere forze politiche rivali.
Ortega è un ex guerrigliero eroe della rivoluzione, oggi accusato di comportarsi proprio come il dittatore che contribuì a destituire, Anastasio Somoza Debayle nel 1979.
Dal Venezuela, dove il presidente è Nicolas Maduro, sono invece arrivate le congratulazioni al neoeletto Ortega.
di: Micaela FERRARO
FOTO: AFP