Draghi al Quirinale? L’ipotesi si fa incerta

Mentre Berlusconi continua la sua ricerca di voti, il Parlamento è sempre più scettico sul trasferimento di Draghi

Nel pieno del semestre bianco impazza il dibattito, parlamentare e non, sulla nomina del prossimo presidente della Repubblica. Sul tavolo l’ipotesi della salita di Mario Draghi al Colle. Una candidatura inizialmente caldeggiata da alcuni perché troverebbe largo supporto nell’arco parlamentare ma sempre più scongiurata da molti altri.

Il fronte contrario al trasferimento di Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale si sta quindi espandendo. A giustificare questa scelta la preoccupazione che un nuovo cambio di poltrona alla presidenza del Consiglio dei ministri porterebbe con sé un’inevitabile allungamento dei tempi di approvazione dei temi caldi in agenda. Compresa la gestione dei dossier connessi al Pnrr che al momento Draghi sta seguendo singolarmente e in prima persona.

Dall’altro alto cerca concretezza l’ipotesi di una presidenza Berlusconi. Una candidatura già molto discussa anche dalla società civile, come abbiamo visto qui. Il Cavaliere, da tempo a caccia di voti nel fronte del centro destra, avrebbe fatto sapere ai suoi fedelissimi che attualmente mancano appena 40 voti alla sua ascesa al Colle. A raffreddare questa ipotesi Fratelli d’Italia, che spinge per un voto anticipato riducendo i tempi per reperire i voti mancanti all’appello e convincere gli indecisi.

Nel frattempo un’ampia fetta di voti “fuori controllo” (secondo i calcoli dei partiti ci aggiriamo sui 150 parlamentari) e naturalmente lo scrutinio segreto potrebbero ribaltare la situazione.

di: Marianna MANCINI

FOTO: EPA-EFE/RICCARDO ANTIMIANI

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