
L’Italia è uno dei principali consumatori di antibiotici in Europa: vediamo se e quali rischi comporta un uso improprio di questi medicinali
In Italia si registra uno dei più alti tassi di consumo di antibiotici in Europa. Eppure su questi farmaci manca ancora una vera e propria educazione al consumo, così come è emerso dal rapporto L’uso degli antibiotici in Italia – 2019 dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). È per questo motivo che il 18 novembre è stata istituita una Giornata europea sull’uso consapevole degli antibiotici.
Il rapporto dell’Aifa evidenzia come in Italia nel corso del 2019 quattro cittadini su 10 abbiano assunto antibiotici sotto prescrizione del pediatra o del medico di famiglia. Come spiega Lanfranco Fattorini, ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità, l’abuso di questi medicinali sta favorendo la diffusione dell’antibiotico resistenza: un meccanismo per il quale un batterio diventa “immune” all’azione dell’antibiotico che perde così la sua funzione antibatterica e porta con sé una serie di complicazioni anche potenzialmente letali.
Fattorini parla di uno “scenario preoccupante soprattutto in ambito ospedaliero” dove “è alta la percentuale di infezioni da batteri antibiotico-resistenti“. Un fenomeno dilagante soprattutto al centro-sud, dove il consumo di antibiotici è maggiore rispetto al centro-nord. Di qui l’istituzione di una Giornata che può essere una preziosa occasione per conoscere meglio tempi e modi di assunzione degli antibiotici.
Le prime raccomandazioni da tenere a mente riguardano l’assunzione, che deve avvenire sempre e solo sotto prescrizione medica e rispettare rigorosamente tempi e posologia. È infatti bene tenere a mente che gli antibiotici curano solo le infezioni causate da batteri e non quelle di natura virale o derivanti da altri microorganismi, quali ad esempio influenza o raffreddore. Proprio per questo motivo è fondamentale che l’ultima parola sull’assunzione o meno di antibiotici spetti solo ed esclusivamente al proprio medico, in grado di individuare la natura di una patologia in corso.
Gli effetti collaterali di un uso improprio degli antibiotici vanno dai sintomi più comuni come diarrea o inappetenza fino a reazioni più gravi come lo shock anafilattico. Il tutto porta con sé anche delle conseguenze a lungo termine come l’antibiotico resistenza. Un fenomeno che affliggerà soprattutto le nuove generazioni: «il rischio concreto – prosegue Fattorini – è di trovarsi senza soluzioni terapeutiche per malattie che adesso si controllano con successo».
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA