Conte: “nessuna espulsione per Di Maio”

I magistrati partenopei hanno sospeso le delibere di modifica del documento per mancato raggiungimento del quorum assembleare. In serata Conte è intervenuto alla trasmissione “Otto e mezzo”

«La mia leadership del Movimento 5 stelle è fondata sulla profonda condivisione di principi e valori, quindi è un legame politico prima che giuridico. Non dipende dalle carte bollate e lo dico consapevole di essere anche un avvocato». Giuseppe Conte, lasciando la sua abitazione romana dopo la lunga riunione con gli avvocati del Movimento a seguito della decisione del Tribunale di Napoli di sospendere le delibere con le quali lo scorso anno è stata decretata con il voto degli iscritti l’adozione del nuovo Statuto e la sua elezione a presidente del M5S.

Il tribunale di Napoli, infatti, ha sospeso in via cautelare per la sussistenza di “gravi vizi nel processo decisionale” le due delibere del 3 e del 5 agosto scorso che hanno modificato lo statuto del Movimento rendendo l’ex premier il leader. L’esclusione degli 80 mila iscritti da meno di 6 mesi nella decisione sarebbe, infatti, illegittima causando “l’alterazione del quorum assembleare nella deliberazione di modifica del proprio statuto“.

«Tale delibera – si legge nell’ordinanza – infatti risulta adottata sulla base di un’assemblea formata da soli 113.894 iscritti (quelli da più di 6 mesi) in luogo dei 195.387 associati iscritti a quella data; con l’illegittima esclusione di 81.839 iscritti all’ente dal quorum costitutivo e deliberativo, maggiore dei soli 60.940 associati che hanno partecipato all’assemblea, la cui delibera è stata poi approvata dall’87% di questi. Appare chiaro che l’assemblea dell’Associazione Movimento 5 stelle che ha deliberato il 3 agosto del 2021 non era correttamente costituita perché risulta che vi hanno partecipato un numero di iscritti inferiore a quello richiesto in prima convocazione. I 60.940 iscritti che vi hanno partecipato erano di numero inferiore alla metà più uno del quorum».

A rappresentare i pentastellati insoddisfatti davanti alla settima sezione civile del tribunale di Napoli, presidente Gian Piero Scoppa, a latere Eduardo Savarese e Marco Pugliese, era l’avvocato Lorenzo Borré. «Inutile negare la nostra soddisfazione – ha dichiarato a Repubblica. – Giuseppe Conte, la scorsa estate, dedicò solo due parole alle domande che gli venivano rivolte sul nostro ricorso, disse “Facciano pure”. Bene, abbiamo fatto. Se a un Movimento togli il principio della partecipazione democratica e l’assunto dell’uno vale uno declinato nell’applicazione più ampia e nobile della politica, è come se colpissi al cuore la sua identità».

«Ora il Movimento non ha più un capo. Ora può toccare solo a Grillo una mossa essenziale: aprire alle votazioni del comitato direttivo. Adesso la parola deve tornare al popolo pentastellato» – aggiunge.

In serata Giuseppe Conte è intervenuto nella trasmissione Otto e mezzo di Lilli Gruber e ha parlato dl limite dei due mandati: «La discussione sul limite di mandati produce mal di pancia comprensibili. È un principio forte e un’intuizione giusta e Beppe Grillo lo ha ribadito in un post. Ma resta un principio ispiratore, che la politica non é una professione ma una vocazione. Secondo me questa regola ha un fondamento che va mantenuto, ne vorrei discutere con Grillo, ma ragionerei sul trovare qualche volta delle deroghe».

Riguardo Luigi Di Maio ha detto: «Non è nell’orizzonte delle cose che Di Maio venga espulso ma è ovvio che lui – che è l’ex leader – ha delle responsabilità in più. Una leadership vera non ha mai paura del confronto sulle idee ma di fronte a un attacco così plastico, in televisione, non si può fare finta di nulla».

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI

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