No all’eutanasia, Cgil e Fico chiedono che il Parlamento legiferi

La Corte costituzionale: “inammissibile, non si tutela la vita”. Cappato: “brutta notizia”

La Cgil ha espresso grande “amarezza” per il no della Corte Costituzionale al referendum sull’eutanasia legale e chiede che il Parlamento intervenga con una legge. Dello stesso parere è il presidente della Camera, Roberto Fico. «Domani pomeriggio alla Camera proseguirà l’esame della proposta di legge sul fine vita. Si inizieranno a votare gli emendamenti al provvedimento. Bisogna andare fino in fondo, perché il Parlamento ha il dovere morale e politico di approvare una legge che il Paese attende. Come rappresentanti dei cittadini dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, dando priorità anche a temi su cui non sempre è facile trovare una sintesi. Sarebbe una cocente sconfitta e un profondo scollamento con la società non farlo sul fine vita» – scrive Fico in una nota.

La Consulta ha motivato la decisione spiegando di ritenerlo inammissibile perché “a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili” (leggi qui).

La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni e rende inammissibile il referendum denominato “Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)“.

Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni, ha mostrato tutta la propria delusione: «è una brutta notizia, è una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia. Proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina».

Si è trattato del primo degli 8 quesiti referendari sui quali la Corte costituzionale è stata chiamata a pronunciarsi. Da oggi, i giudici della Consulta dovranno esprimersi sull’ammissibilità di altri 7 quesiti, dalla depenalizzazione della coltivazione della cannabis ai referendum sulla giustizia.

di: Micaela FERRARO

FOTO: ANSA/JESSICA PASQUALON

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