Polonia: aperti al dispiegamento nucleare Usa se serve

Michel: aiuteremo a raccogliere prove per procedimenti nei tribunali internazionali. Kuleba: dopo Bucha in atto nuove devastanti sanzioni

Mentre si cerca di delineare una bozza di accordo, individuando la Turchia come possibile teatro di pace (qui), Zelensky è tornato ad accusare l’esercito russo di voler conquistare il Donbass e il sud dell’Ucraina.

«Siamo consapevoli che il nemico ha riserve per aumentare la pressione a est – ha dichiarato il presidente ucraino in un videomessaggio – Qual è il nostro obiettivo? Proteggere la nostra libertà, la nostra terra, la nostra gente».

«Stiamo rafforzando le difese – ha aggiunto – nella zona orientale e nel Donbass. Bisogna elogiare il coraggio e la resilienza di coloro che difendono le città, ma anche dire che il nostro Paese non ha ricevuto abbastanza moderni sistemi antimissilistici dagli alleati occidentali».

Zelensky non risparmia parole neanche per Viktor Orban, “praticamente l’unico in Europa a sostenere apertamente Putin“. Il presidente ha ribadito di “aver parlato francamente di Orban: questa è l’onestà che manca al signor Orban, potrebbe averla persa da qualche parte nei suoi contatti con Mosca“.

L’accordo, intanto, non sembra imminente: «la bozza di accordo non è pronta per essere presentata a una riunione al vertice. Ripeto ancora e ancora: La posizione della Russia sulla Crimea e sul Donbass rimane immutata» ha ribadito il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky.

In merito al dispiegamento di armi, il vice primo ministro polacco Jaroslav Kaczynski ha dichiarato che la Polonia è aperta al dispiegamento di armi nucleari statunitensi sul suo territorio “qualora servisse“.

«Se gli americani ci chiedessero di mantenere le armi nucleari statunitensi in casa nostra, saremmo disponibili. Rafforzerebbe in modo significativo la deterrenza su Mosca» ha detto Kaczynski, precisando che il dispiegamento non è stato ancora discusso ma “potrebbe esserlo presto“.

Intanto, gli orrori testimoniati ieri a Bucha hanno suscitato una dura risposta del presidente del Consiglio Europeo Michel, che ha anticipato l’arrivo di altre sanzioni contro la Russia e di ulteriori aiuti. In particolare, Michel ha assicurato il massimo sostegno di Bruxelles per raccogliere tutte le prove necessarie affinché Mosca paghi per i suoi delitti nei tribunali internazionali.

Michel sembra rispondere indirettamente all’appello lanciato all’indomani della strage dal ministro degli Esteri ucraino Kuleba, che ha chiesto “nuove devastanti sanzioni del G7 ora: embargo su petrolio, gas e carbone; chiudere tutti i porti alle navi e alle merci russe; scollegare tutte le banche russe da Swift“.

Fa eco a Michel anche l’Alto rappresentante per la politica estera Ue Borrell, che si p detto «sconvolto dalle notizie delle atrocità commesse dalle forze russe. L’Ue collabora con l’Ucraina per documentare i crimini di guerra. Tutti i casi dovranno essere giudicati dalla Corte internazionale».

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/FERMO IMMAGINE

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