Peskov: operazione militare speciale potrebbe finire presto. Zelensky: “russi senza coraggio”
Mentre Ursula Von der Leyen e Josep Borrell sono in viaggio in treno verso l’Ucraina (qui) e si susseguono le reazioni di sdegno contro l’attacco alla stazione di Kramatorsk (qui), al coro degli appelli per la pace si unisce anche la voce della first lady ucraina Olena Zelenska che invoca aiuti umanitari per i bambini.
«Oggi i diritti dei bambini ucraini sono violati dall’invasore, che bombarda ospedali, scuole e condomini. Ne sono morti già 250 – ha spiegato Zelenska – Mi preoccupo di evacuare i bimbi orfani o quelli che non riescono a ricevere alcuna assistenza dai loro genitori, nei territori sotto i bombardamenti. Poi organizziamo lo spostamento in posti sicuri di quelli più malati». «Più della metà dei bambini ucraini sono profughi» ha aggiunto.
All’appello per gli aiuti umanitari si unisce quello per le imbarcazioni. L’ambasciatore ucraino in Gran Bretagna Vadym Prystaiko ha spiegato ai microfoni di Sky News che “dobbiamo aprire il Mar Nero, i russi lo hanno bloccato: è il nostro mare, ne abbiamo bisogno per far arrivare l’assistenza umanitaria e per poter far partire le esportazioni” e che per questo motivo la Nato dovrebbe inviare le proprie navi nel Mar Nero, in modo da facilitare anche l’assistenza umanitaria.
Sempre dalla Gran Bretagna arriva anche la notizia che il Governo, seguendo l’esempio di Washington, ha esteso le sanzioni contro la Russia anche alle due figlie maggiori del presidente Putin, Iekaterina Tikhonova e Maria Vorontsova. Le misure consistono nel congelamento di tutti i beni rintracciabili nel Regno Unito e nel divieto di viaggio e coinvolgono anche la figlia del ministro degli Esteri russo Lavrov, Iekaterina Vinokurova.
Commentando l’attacco alla stazione di Kramatorsk, Zelensky ha voluto ribadire che “i russi disumani non abbandonano i loro metodi. Non avendo la forza e il coraggio di opporsi a noi sul campo di battaglia, stanno cinicamente distruggendo la popolazione civile. Questo è un male che non ha limiti. E se non viene punito, non si fermerà mai“.
«I russi sapevano che la stazione ferroviaria di Kramatorsk era piena di civili in attesa di essere evacuati. Eppure l’hanno colpita con un missile balistico, almeno 30 persone uccide e ferendone un obiettivo. Questo è stato un massacro deliberato. Porteremo ogni criminale di guerra alla giustizia»: si è pronunciato così su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.
Dura condanna anche da parte del presidente del Consiglio Ue Charles Michel che, annunciando l’approvazione del quinto pacchetto di sanzioni Ue, ha ribadito che «è orribile vedere che la Russia ha colpito una delle principali stazioni usate dai civili che evacuano la regione dove Mosca sta intensificando il suo attacco. È necessario agire: più sanzioni alla Russia e più armi all’Ucraina sono in arrivo dall’Ue».
Intanto non si fa attendere la risposta di Mosca; il Ministero della Difesa ha smentito l’attacco alla stazione e ha parlato di una “provocazione” degli ucraini, ribadendo che i frammenti del missile apparsi in un video vicino alla stazione apparterrebbero a un vettore Tochka-U “utilizzato solo dalle forze ucraine“.
Alla luce di questo scenario, prende sempre più concretezza l’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato. Il Governo di Helsinki ha confermato di star lavorando a un aggiornamento del rapporto sulla politica estera e di sicurezza nazionale, documento che presenterà la prossima settimana a Bruxelles; Stoccolma starebbe lavorando a un progetto omologo.
Intanto il Cremlino ha annunciato che un incontro fra Putin e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko “è pianificato, ci sarà presto“.
Il presidente della Corte Suprema ucraina Vsevolod Kniaziev ha spiegato che “nonostante il fatto che la Russia non sia uno stato parte dello Statuto di Roma e non riconosca la giurisdizione della Corte penale internazionale, esistono molti meccanismi per assicurare alla giustizia la leadership russa. In particolare, un tribunale internazionale speciale“.
In particolare “si stanno compiendo molti sforzi per registrare, documentare e raccogliere prove di crimini di guerra commessi dall’esercito occupante“. Il giudice punta il dito anche contro le risposte internazionali dopo il massacro di Bucha: «né l’Onu a livello di Consiglio di sicurezza, né l’Osce, a causa della loro procedura decisionale, quando il paese aggressore deve votare per tale decisione, sono in grado di prendere decisioni proporzionate alla situazione in Ucraina».
Sull’attacco a Kramatorsk si pronunciano anche i ministri degli Esteri europei in ordine sparso, a partire dalla britannica Liz Truss che si è detta “sconvolta dalle orrende denunce sull’attacco di un missile russo contro civili nella stazione ferroviaria di Kramatorsk” e parla di un “crimine di guerra“.
«Ancora orrori in Ucraina. Altri civili morti, anche bambini» ha twittato il titolare della Farnesina Di Maio esprimendo una “ferma condanna” perché “tutti vogliamo la pace, non c’è più tempo da perdere: subito un cessate il fuoco“.
La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha dichiarato “ripugnante” la “brutale uccisione di civili a Kramatorsk“. «Gli attacchi missilistici russi non sono né fake né bugie – scrive – I responsabili dei crimini di guerra dovranno affrontare la giustizia».
Il portavoce del Cremlino ha dichiarato che “l’operazione continua, stiamo raggiungendo gli obiettivi”: secondo Peskov dunque i target potrebbero essere raggiunti sia militarmente sia nel quadro del processo negoziale “in fase di trattativa con le controparti ucraine“.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/EPA/OLEG PETRASYUK
