
Secondo l’opposizione l’obbiettivo è rimuovere la 76enne dalla vita politica del Paese
La Birmania torna a protestare dopo che la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi è stata condannata con l’accusa di corruzione a cinque anni di carcere (il caso qui).
Suu Kyi ha negato le accuse fin dal primo momento: le viene recriminato di aver accettato oro e centinaia di migliaia di dollari come tangente da un importante collega politico.
I sostenitori e i legali hanno denunciato il suo processo come ingiusto: secondo l’opposizione queste accuse puntano esclusivamente a impedire alla donna di far parte della vita politica del Paese.
Agli avvocati di Suu Kyi è stato impedito di parlare con i media e il processo è stato chiuso al pubblico.
La leader dell’opposizione birmana era già stata condannata a 6 anni di reclusione nel corso dei processi precedenti.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI