Calcio, è morto Mino Raiola

A dare la notizia è la famiglia

È morto l’agente italo-olandese Mino Raiola (leggi qui).

A dare la notizia, attraverso una nota sul profilo social dell’agente italo-olandese, è la stessa famiglia. “Con infinito dolore annunciamo la scomparsa di Mino, il più straordinario procuratore di sempre – si legge – Mino ha lottato fino all’ultimo istante con tutte le sue forze proprio come faceva per difendere i calciatori. E ancora una volta ci ha resi orgogliosi di lui, senza nemmeno rendersene conto. Mino è stato parte delle vite di tanti calciatori e ha scritto un capitolo indelebile della storia del calcio moderno. Ci mancherà per sempre e il suo progetto di rendere il mondo del calcio un posto migliore per i calciatori sarà portato avanti con la stessa passione. Ringraziamo di cuore coloro che gli sono stati vicini e chiediamo a tutti di rispettare la privacy di familiari e amici in questo momento di grande dolore”.

Il procuratore 54enne era malato da tempo e nelle scorse ore era trapelata la notizia di un suo grave peggioramento.

Non tarda ad arrivare il ricordo di amici, colleghi e professionisti. «È un dispiacere, era uno del nostro mondo. Ha segnato un’epoca, un personaggio importante e uomo di punta di quello che era il mercato nazionale e internazionale. Aveva una capacità di seguire i suoi assistiti in modo appassionato e approfondito. La sua grande capacità era quello di assisterli e trovare loro le squadre, ambiente e società giuste, al di là del lato economico, che potessero favorire la carriera del calciatore» il commento del presidente di Assoallenatori Renzo Ulivieri.

L’ad della Lega Serie A Luigi De Siervo ricorda così Raiola a LaPresse: «Posso solo dire che era un grande professionista, ha saputo dare un impulso totalmente nuovo al ruolo dell’agente ponendolo al centro del mercato, dimostrando di saper costruire un rapporto quasi filiale con gli atleti che ha deciso di seguire con cui aveva un rapporto quasi filiale. Non firmava contratti, basava tutto sulla stretta di mano. Era una persona vera».

Affida il suo ricordo a LaPresse anche l’ex allenatore Fabio Capello: «l‘ho conosciuto quando è stato acquistato dalla Juventus Zlatan Ibrahimovic. Un personaggio di un certo spessore capace nel suo lavoro. Ha avuto un buonissimo rapporto con lui. Parlava 6 lingue, sapeva comunicare con i propri giocatori e tutte le società. La sua grande capacità era quella di avere la fiducia dei giocatori di alto livello. Non si sceglie un procuratore per antipatia o simpatia ma per capacità. Ne capiva di calcio».

L’ad dell’Inter Beppe Marotta dice: «sono affranto e dispiaciuto per la scomparsa di Mino Raiola, è stato un amico e un interlocutore nell’attività lavorativa, una persona di qualità ed elevata competenza. Abbiamo vissuto molti momenti positivi insieme, di collaborazione e intenso lavoro, con qualche contrasto ma sempre corretto, nel rispetto delle persone e delle professionalità. I ricordi sono tanti, uno su tutti la doppia operazione su Pogba, con il passaggio dal Manchester United alla Juventus e dalla Juventus al Manchester United. Un grande capolavoro in cui Raiola ha avuto un ruolo importante. Il mondo del calcio perde un grande professionista, spesso critico con il sistema ma la sua critica era molto costruttiva per un calcio sempre migliore».

di: Micaela FERRARO e Francesca LASI

FOTO: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

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