Mala o Bona(fede)?

La beffa dei boss scarcerati per il virus: la metà è ancora a casa

A quattro mesi dalla fine del lockdown sono 112 su 223 gli uomini dei clan rimasti ai domiciliari per il rischio contagio, nonostante il decreto Bonafede che doveva riportarli in cella. Il costruttore boss Pino Sansone, l’ex vicino di casa di Totò Riina, ha ottenuto gli arresti domiciliari a fine aprile, nel pieno dell’emergenza Covid. Ed è ancora lì, a casa sua, nonostante l’accusa pesante di aver tentato di riorganizzare un pezzo di Cosa nostra. Anche Gino Bontempo, il ras della mafia dei pascoli che razziava i contributi europei per i Nebrodi, è rimasto ai domiciliari, eppure l’emergenza Coronavirus…

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