Clima teso tra Italia e Russia dopo l’arresto dell’ufficiale italiano e del militare russo, colti in flagrante durante uno scambio di documenti militari classificati
Sicurezza di Stato, spionaggio militare e politico, documenti classificati. Sembra uno scenario da film (o da Guerra Fredda) ma non lo è. Si sta, infatti, svolgendo proprio in queste ore a Roma la spy story che vede protagonisti un ufficiale della Marina Militare italiana e un ufficiale accreditato presso l’Ambasciata della Federazione russa. Story che sembrerebbe avere tutte le carte in regola per diventare un vero e proprio caso diplomatico.
Ieri sera Walter Biot, capitano di Fregata in servizio all’ufficio Politica Militare dello Stato maggiore della Difesa, sarebbe stato fermato in un parcheggio deserto di Roma dai carabinieri del Ros mentre consegnava documenti classificati all’ufficiale russo. L’operazione clandestina sarebbe stata scoperta grazie all’attività informativa dell’Agenzia Informazioni Sicurezza Interna, con il supporto dello Stato maggiore della Difesa, e portata avanti dalla Procura di Roma.
Stando alle prime notizie emerse, Biot avrebbe fotografato documenti inerenti ai sistemi di telecomunicazione militare, all’attenzione dello Stato maggiore della Difesa, poi scaricati su una chiavetta USB oggetto della consegna di ieri. In cambio avrebbe ricevuto una somma di 5.000 euro, consegnate in piccole scatole; somma già sequestrata dagli inquirenti. Ma le prime indiscrezioni dicono che l’incontro clandestino potrebbe aver avuto dei precedenti.
L’arresto degli ufficiali è ora oggetto di un fascicolo d’inchiesta aperto dalla Procura militare di Roma. Biot, al momento detenuto, è accusato di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, spionaggio politico e militare, spionaggio di notizie di cui è stata vietata la divulgazione. I reati sono disciplinati dagli articoli 86 e 88 del Codice penale militare di pace che rientrano nel Titolo dei reati contro la fedeltà e la difesa militare e, in particolare, nel capitolo relativo allo spionaggio militare e alla rivelazione di segreti militari.
L’arresto dei due militari ha dato vita ad un botta e risposta da parte delle istituzioni italiane e russe. Parte l’Italia con la convocazione al Ministero degli affari esteri, da parte del Segretario Generale Elisabetta Belloni, dell’Ambasciatore della Federazione Russa presso la Repubblica Italiana Sergey Razov.
«Confermiamo il fermo il 30 marzo a Roma di un funzionario dell’ufficio dell’Addetto Militare. Si verificano le circostanze dell’accaduto. Per adesso riteniamo inopportuno commentare i contenuti dell’accaduto. In ogni caso ci auguriamo che quello che è successo non si rifletta sui rapporti bilaterali tra la Russia e l’Italia» – risponde, immediata, l’ambasciata russa alla convocazione, voluta da Luigi Di Maio.
E proprio al Ministro degli Esteri tocca la battuta successiva. «In occasione della convocazione al Ministero degli Affari Esteri dell’ambasciatore russo in Italia, abbiamo trasmesso a quest’ultimo la ferma protesta del governo italiano e notificato l’immediata espulsione dei due funzionari russi coinvolti in questa gravissima vicenda. Ringrazio la nostra intelligence e tutti gli apparati dello Stato che ogni giorno lavorano per la sicurezza del nostro Paese» – commenta sul suo profilo Facebook, mentre in una comunicazione al Senato definisce l’accaduto “un atto ostile di estrema gravità”.
Palla di nuovo alla Russia con alcuni servizi multipli. Il Cremlino, citato da RIA Novosti, si augura che i rapporti con l’Italia possano venire preservati. Il ministro degli esteri russo dichiara: «Ci dispiace per l’espulsione da Roma di due dipendenti dell’ambasciata russa. Stiamo approfondendo le circostanze di questa decisione. Faremo un ulteriore annuncio sui nostri possibili passi in relazione a questa misura, che non corrisponde al livello delle relazioni bilaterali». Mentre il vice presidente della Commissione della Duma per gli Affari internazionali, Alexiei Cepa, viene ripreso da Interfax: «Naturalmente saremo costretti a rispondere in modo analogo. Vi sarà una risposta simmetrica».
E nel climax delle dichiarazioni l’ultimo a parlare è il presidente della commissione della Duma per gli Affari Internazionali Leonid Slutsky. «La ‘spiomania’ è arrivata anche in Italia. L’espulsione dei diplomatici è un passo estremo. Sono sicuro che per questo non vi erano ragioni così forti» – ha detto Slutsky a Interfax. «Un tale gesto non corrisponde ad un alto livello di relazioni bilaterali e, purtroppo, imporrà la sua impronta negativa sul dialogo russo-italiano».
Nato e Commissione Ue, al momento, intraprendono la strada del no-comment. «Chiedete alle autorità italiane» – ha risposto la portavoce della Commissione a chi ha sollecitato la questione. Immediata solidarietà, invece, dal Regno Unito: il ministro degli Esteri, Dominic Raab, avrebbe condiviso un tweet di Di Maio sull’espulsione dei funzionari russi, definendo l’attività della Russia “maligna e destabilizzante” e finalizzata a “minare un alleato della Nato”.
di: Alessia MALCAUS