Denise Pipitone, scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo, potrebbe trovarsi in Russia: la famiglia è in attesa dei risultati del DNA
Si riapre dopo 17 anni uno dei casi di persona scomparsa più noti in Italia.
Era il 1° settembre 2004 quando la piccola Denise Pipitone, di quasi quattro anni, scomparve davanti la casa della nonna a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, dove stava giocando con i cuginetti. Nessuno vide o notò niente di strano, le prime indagine non portarono a nessuna pista. Nel corso di questi anni la madre, Piera Maggio, non si è mai arresa, sfruttando qualsiasi mezzo per chiedere aiuto e trovare sua figlia.
Diverse volte le sue speranze sono state accese e poi deluse da segnalazioni, video, appelli. Nell’ottobre del 2004 una guardia giurata gira un video davanti ad una banca di Milano. Nel video si vedono due donne e un uomo, nomadi, accompagnati da tre bambini: una di questi indossa un cappuccio nonostante la giornata calda. La madre di Denise, ai tempi, afferma che quella nel video è proprio sua figlia: tesi sostenuta dal graffio sotto l’occhio della bambina e dall’accento siciliano della voce, nonché dagli studi fatti dai Ris dei Carabinieri sul volto della bambina. Nonostante gli innumerevoli appelli, dei nomadi ripresi nel video non viene mai trovata traccia e, con loro, neanche di Denise.
Il 20 novembre 2005 Piera Maggio si reca in Tunisia per verificare una voce secondo cui Denise si troverebbe lì, voce che si risolve in un nulla di fatto. L’attenzione quindi si sposta su un campo rom di Padova: Denise non è neanche lì. Al suo posto le autorità rintracciano una ragazza bulgara di 14 anni venduta dai suoi genitori ad un tribù. Nel maggio del 2007 a riaccendere le speranze sono alcuni fotogrammi di una bambina di sei anni che somiglia a Denise. La bambina viene trovata pochi mesi dopo a Molfetta ma, anche questa volta non è Denise. Nel corso di questi 17 anni le segnalazioni si sono susseguite a ritmo quasi costante ma non hanno mai portato al ritrovamento. Senza contare i casi di mitomania, come quello della ragazzina della provincia di Potenza che scrisse alla signora Maggio dichiarandosi sua figlia.
Le autorità non mancano poi di indagare anche all’interno della famiglia di Denise. A finire nell’occhio del ciclone proprio la madre: costretta a rivelare che Denise non è figlia del marito, Toni Pipitone, ma di un’amante, Piero Pulizzi, Piera Maggio si ritrova oggetto del risentimento delle due figlie di Pulizzi, Jessica e Alice, che la accusano di aver causato la separazione del padre dalla compagna, Anna Corona. Gli investigatori, quindi, cominciano a seguire questa pista. Anna Corona ha un alibi ma sua figlia no. Jessica e il fidanzato, Gaspare Ghaleb, vengono accusati rispettivamente di sequestro e di falsa testimonianza. Tra colpi di scena e accuse reciproche, che vedono lo stesso Pulizzi dichiararsi parte civile insieme a Piera Maggio nel processo contro Jessica, alla fine vengono tutti assolti per mancanza di prove decisive.
La storia della scomparsa di Denise potrebbe essere ora al suo ultimo atto?
Parte tutto dall’appello di Olesya Rostova, una giovane ragazza russa alla ricerca di sua mamma. Ha l’età che dovrebbe avere oggi Denise e la sua storia potrebbe coincidere con gli eventi: afferma di essere stata ritrovata a cinque anni in un campo rom, insieme a quella che si è scoperta non essere sua madre, e da lì mandata in orfanotrofio, dove le è stato dato il nome. Oggi ha ventun anni, non ha memoria della sua famiglia né documenti. Si rivolge alla tv russa per trovare sua madre, ma dall’altra parte dello schermo c’è un’infermeria che ricorda la vicenda di Denise, cerca una foto di Piera Maggio su internet, la confronta con quella di Olesya e nota un’estrema somiglianza. La segnalazione arriva presto in Italia, insieme al video mandato in onda dalla trasmissione televisiva Chi l’ha visto?. Ora si attende il test del DNA per scoprire la verità.
«Vogliamo rimanere con i piedi per terra, cautamente speranzosi» – ha commentato Piera Maggio – «anche perché le segnalazioni passate ci hanno mostrato che l’illusione non porta a nulla. Vogliamo conoscere la verità e aspettiamo l’esito del DNA».
«La somiglianza devo dire è abbastanza incredibile» – ha, invece, commentato l’avvocato Giacomo Frazzitta, ospite alla trasmissione Chi l’ha visto? per conto della famiglia – «è chiaro che in questi 17 anni le segnalazione sono state tante e tantissime le delusioni che Piera ha avuto. Questa tuttavia è una storia che collima con quello che avveniva nel 2004-2005 con l’indagine. Mi riferisco a quella bambina ripresa dalla guardia giurata nel 2005, la somiglianza con Denise era sconvolgente. Quella bimba aveva anche un accento siciliano» – ha detto l’avvocato – «si sente nel video quando chiede alla donna che è con lei: “dove mi porti?” Possibile che fosse Denise e che da Milano fosse poi finita in Russia? Noi non perdiamo la speranza. Siamo cauti. Oggi questa forte somiglianza e la storia di questa ragazza che non conosce nulla del suo passato ci fa saltare in aria. È chiaro che aspettiamo l’esito del Dna. Apprendiamo adesso che è stato prelevato. Pensavo di andare io in Russia altrimenti. In questo modo aspettiamo che lo spediscano in Italia. Tra l’altro quella bimba, come riferito dalla guardia giurata, aveva un piccolo segno sotto l’occhio come quello di Denise. Abbiamo vissuto questi anni con grande dolore» – ha concluso Frazzitta – «con grande rabbia, la speranza è nel colpo di fortuna. Qualcuno che inciampi su Denise Pipitone».
Potrebbe proprio essere questo quel colpo di fortuna?
di: Alessia MALCAUS
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