Il gip di Verbania ha disposto la scarcerazione di Nerini e Perocchio e i domiciliari per Tadini, si valuta il ruolo di altri dipendenti. Il Piemonte in lutto ma migliorano le condizioni del piccolo Eitan
Strage del Mottarone: vengono scarcerati il proprietario dell’impianto Luigi Nerini e il sovrintendente della struttura, l’ingegner Enrico Perocchio. Mentre il gip di Verbania dispone gli arresti domiciliari per il caposervizio Emilio Tadini. Ma si valuta l’iscrizione al registro degli indagati di altri dipendenti.
Si sono conclusi ieri gli interrogatori dei primi tre fermati per l’incidente sulla funivia Stresa-Mottarone che domenica 23 maggio ha portato alla morte di 14 persone. Emilio Tadini, il primo interrogato, aveva ammesso di aver consapevolmente bloccato il sistema dei freni di emergenza applicando delle ganasce per evitare di bloccare l’impianto dopo la manifestazione di alcune anomalie. Interrogato per oltre tre ore dal gip, il caposervizio, secondo quanto riportato dal suo avvocato Marcello Perillo, ha spiegato che le anomalie dell’impianto non erano in alcun modo collegabili alla fune. «Non sono un delinquente. Non avrei mai fatto salire persone se avessi pensato che la fune si spezzasse» – avrebbe, infatti, affermato. Nell’ordinanza del gip si legge che un dipendente, come messo a verbale, avrebbe chiesto un giorno a Tadini se la cabina 3 potesse viaggiare con persone a bordo e ceppo inserito, Tadini gli avrebbe ordinato di non rimuovere il ceppo affermando, secondo quanto raccontato dal testimone, che: “prima che si rompa una traente o una ‘testa fusa’ ce ne vuole”.
«Palese è al momento della richiesta di convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare la totale mancanza di indizi a carico di Nerini e Perocchio che non siano mere, anche suggestive supposizioni» – ha scritto il gip di Verbania, Donatella Banci Buonamici, nell’ordinanza con cui ieri ha rimesso in libertà Nerini e Perocchio, parlando di uno scarno quadro indiziario indebolito dopo gli interrogatori. Secondo le testimonianze, infatti, sarebbe stato Tadini ad ordinare di far funzionare la funivia con i ceppi inseriti, anche a costo di sacrificare le condizioni di sicurezza necessarie, chiamando, secondo quanto scritto dal gip, in correità “i soggetti forti del gruppo”, il proprietario e il sovrintendente. Al contrario, dalle dichiarazioni dei dipendenti, “appare evidente il contenuto fortemente accusatorio nei confronti del Tadini perché tutti concordemente hanno dichiarato che la decisione di mantenere i ceppi era stata sua, mentre nessuno ha parlato del gestore o del direttore di servizio”, ha scritto il gip, spiegando che quelle dichiarazioni smentiscono la “chiamata in correità” fatta da Tadini.
«Non salirei mai su una funivia con ganasce, quella di usare i forchettoni è stata una scelta scellerata di Tadini» – ha detto Enrico Perocchio al gip, secondo quanto riferito dal suo legale, Andrea Da Prato. «Io lavoro negli impianti a fune da 21 anni e so che quella è una cosa da non fare per nessuna ragione al mondo» – ha affermato Perocchio all’uscita dalla casa circondariale, intervistato da La Repubblica. – «L’errore è stato quello di ovviare a un problema che non avrebbe avuto necessità di quella soluzione: piuttosto si chiudeva l’esercizio per uno o due giorni, peraltro in un periodo di bassa stagione, e si sarebbe risolto qualsiasi problema. Non ho mai ricevuto dal gestore Nerini pressioni per tenere l’impianto aperto se non c’erano le condizioni» – ha aggiunto.
Nel frattempo si valuta di allargare l’indagine anche ad altri dipendenti dell’impianto. Sempre nell’ordinanza del gip che ha disposto gli arresti domiciliari per Tadini, infatti, si legge che gli addetti alla funivia erano a conoscenza della prassi di manomissione dei freni ma forse potevano rifiutarsi di assecondarla. Sembrerebbe, dunque, che si sia alla ricerca delle responsabilità mentre il giudice scrive che il manovratore in servizio il 23 maggio non avrebbe dovuto essere sentito come persona informata sui fatti.
«Assolutamente non la vivo come una sconfitta sul piano investigativo, anche perché l’aspetto più importante è che il giudice abbia condiviso comunque la qualificazione giuridica dei fatti» – ha spiegato la procuratrice di Verbania Olimpia Bossi, in merito alla scarcerazione di Nerini e Perocchio, ai microfoni di Radio Veronica One. Ha aggiunto che per Gabriele Tadini sono stati riconosciuti i reati così come erano stati qualificati, ovvero l’omissione dolosa di cautele aggravata dal disastro e gli omicidi colposi. «Valuteremo in che termini sapevano dell’uso dei forchettoni» – ha aggiunto riguardo la possibilità di ulteriori indagati, – «e valuteremo se hanno consapevolmente partecipato o se si sono limitati ad eseguire indicazioni provenienti dall’alto».
Nella giornata di ieri, ad una settimana dalla tragedia, su decreto firmato da Alberto Cirio il Piemonte ha osservato un minuto di silenzio per manifestare il cordoglio per le vittime. «Nulla può lenire il dolore, ma sentiamo il bisogno di ricordare in un modo solenne coloro che hanno perso la vita in questa follia. Il Piemonte non smetterà mai di stringersi alle loro famiglie e al piccolo Eitan» – ha affermato il governatore. Ad unirsi al minuto di silenzio sono stati anche i molti turisti presenti a Stresa, sul Lago di Como e sul Mottarone. «Non abbiamo promosso altre iniziative» – ha detto il sindaco Marcella Severino – «perché la nostra vicinanza ai familiari delle vittime l’abbiamo dimostrata e continueremo a farlo. Il nostro silenzio è la cosa migliore nel rispetto di chi soffre e di chi ha perso la vita».
Dall’ospedale Regina Margherita di Torino in cui è ricoverato, intanto, arrivano buone notizie sulle condizioni dell’unico sopravvissuto. «Le condizioni di Eitan» – dicono i medici – «sono in significativo miglioramento anche se la prognosi rimane riservata. Per la prima volta ha potuto assumere alimenti morbidi e leggeri». Accanto a lui rimangono costantemente la zia Aya e la nonna, arrivata da Israele nei giorni scorsi. Se la situazione dovesse rimanere stabile si attende lo scioglimento della prognosi nei prossimi giorni.
di: Alessia MALCAUS