Bob Dylan, dal 1965 arriva un’accusa di abusi

Una donna ha denunciato il cantante per averla drogata e abusata quando aveva 12 anni, in virtù del Child Victims Act

A nulla gli sarà valso vincere il premio Nobel per la letteratura nel 2016: oggi il cantautore leggenda Bob Dylan dovrà fare i conti con una causa che lo vedrebbe responsabile di aver drogato e abusato per 6 settimane tra aprile e maggio del 1965 di una dodicenne, nel suo appartamento al Chelsea Hotel di New York. A rendere nota la citazione in tribunale sono i media statunitensi.

La vittima, oggi 68enne, identificata con le iniziali J.C., si è presentata davanti alla Corte suprema di Manhattan per intentare un’azione legale contro la star della musica 81enne, sostenendo di aver subito effetti emotivi permanenti e di aver ricorso a cure mediche per affrontare quanto riferisce essere accaduto nel 1965. Nella denuncia presentata contro Dylan di legge che il cantante avrebbe “sfruttato il suo status di musicista adescandola per ottenere la sua fiducia e il controllo su di lei“, creando una connessione emotiva con la querelante per “abbassare le sue inibizioni con l’obiettivo di abusare sessualmente di lei“, “lasciandola ferita e psicologicamente instabile fino ad oggi” e causandole depressione, umiliazione e ansia “di natura permanente e duratura“.

La donna ha citato in giudizio il cantante un giorno prima della scadenza per la presentazione di reclami ai sensi del Child Victims Act dello Stato di New York, la legge del 2019 che consente alle vittime di abusi di citare in giudizio i loro presunti aggressori indipendentemente dai tempi di prescrizione. 

In un comunicato diffuso, un portavoce di Dylan scrive che “la denuncia contiene soltanto falsità e sarà contrastata in ogni sede e con ogni mezzo”.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA

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