Ad annunciarlo il Comitato promotore e Marco Cappato ma la Pontificia Accademia per la Vita risponde
Filomena Gallo e Marco Cappato, a nome del Comitato promotore referendum Eutanasia legale e dell’Associazione Luca Coscioni annunciano: oltre 500 mila persone hanno firmato il referendum per la legalizzazione dell’eutanasia, di queste oltre 70 mila hanno firmato online.
«Nell’esprimere profonda gratitudine per le migliaia di volontarie e volontari che stanno dedicando parte delle proprie vacanze a fornire il servizio pubblico dell’esercizio del diritto al referendum – aggiungono – vogliamo sottolineare che la raccolta firme naturalmente prosegue con ancora maggiore forza, con l’obiettivo di raccoglierne almeno 750 mila entro il 30 settembre in modo da mettere in sicurezza il risultato da ogni possibilità di errori nella raccolta, ritardi della Pubblica amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli».
In particolare, la raccolta firma avviata il 1° settembre propone un referendum abrogativo di una parte dell’articolo 579 del codice penale, quello che punisce l’assistenza al suicidio. L’obiettivo è quello di rendere possibile l’eutanasia attiva, che avviene quando il medico somministra il farmaco necessario a morire, e che al momento è illegale in Italia. Sono invece considerate lecite forme di eutanasia passiva, praticata astenendosi dall’intervenire per tenere in vita il paziente, soprattutto quando l’interruzione delle cure ha come scopo di evitare il cosiddetto “accanimento terapeutico”.
Quello sull’eutanasia è un dibattito che attraversa l’Italia già da diversi anni, con fronti ben distinti e di posizione opposta. Questa volta, a rispondere all’annuncio di Gallo e Cappato è mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. «C’è la tentazione di una nuova forma di eugenetica: chi non nasce sano non deve nascere. E insieme con questo c’è una nuova concezione salutistica per la quale chi è nato e non è sano, deve morire. È l’eutanasia. Questa è una pericolosa insinuazione che avvelena la cultura – ha dichiarato mons. Paglia a Vatican News. – Si sta man mano incuneando nella sensibilità della maggioranza una concezione vitalistica della vita, una concezione giovanilistica e salutistica in base alla quale tutto ciò che non corrisponde ad un certo benessere e ad una certa concezione di salute viene espulso».
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA