Viadotto sotto sequestro a Catanzaro

La Procura ha disposto diversi sequestri e misure cautelari nell’ambito dell’indagine per corruzione e riciclaggio. Intercettazioni rivelerebbero l’uso di materiale scadente

Il viadotto Bisantis, meglio conosciuto come ponte Morandi di Catanzaro, è stato sequestrato dalla Procura della città calabrese, insieme alla galleria Sansinato sulla Statale 280 dei due mari, per svolgere accertamenti di natura tecnica. Il ponte è la via principale di accesso alla città ed è stato inaugurato nel 1962.

Contestualmente, è stato altresì disposto il sequestro preventivo di tre società di costruzione e di oltre 200 mila euro quale profitto dei reati contestati.

I sequestri rientrano in un filone di indagine cha ha già portato all’esecuzione, da parte della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Catanzaro, coordinata dalla Dda, di 6 misure cautelari emesse dal gip nei confronti di altrettanti imprenditori. Le accuse ipotizzare sono, a vario titolo, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture, con l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso in relazione fra l’altro, per i lavori di manutenzione straordinaria del viadotto e del tratto della Statale ora sotto sequestro. Un ingegnere dell’Anas e un geometra, inoltre, sono stati sottoposti a interdizione dall’esercizio della professione rispettivamente per 6 e 9 mesi.

Secondo l’ipotesi di accusa, gli imprenditori avrebbero costituito delle società fittizie intestandole a dei prestanome, mantenendone tuttavia il controllo. Una di queste società, la Tank per la precisione, si era aggiudicata i lavori di manutenzione per il ripristino del calcestruzzo del ponte Morandi e di rifacimento dei muri di contenimento di un tratto della Statale.

Dalle intercettazioni acquisite, ora gli atti della Procura, emergerebbe l’uso di malta di qualità scadente e più economica. «Secondo lui dice non va bene. Perché noi al Morandi con questo materiale l’abbiamo fatto, e casca tutto» – sarebbero alcune delle frasi pronunciate.

Questa una delle intercettazioni nei cantieri: «(Direttore tecnico): A me serve nu carico 488 urgente, altrimenti devo vedere…devo mettere quella porcheria di… qui sui muri eh.., che c’hanno stoccato per Catanzaro nu…nu bilico…però vorrei evitare ste simbrascugli…(Rappresentante ditta fornitore): eh…fai…fai…fai…fai una figura di mer… perché quel prodotto non funziona. (Direttore tecnico): che prodotti stai usando? Gli ho detto sto usando… Ma purtroppo perché è una questione finanziaria. Gli ho spiegato io è come su? Fanno cag…(sorride). (Rappresentante ditta fornitore): eh….(Capo cantiere): oh Gaetà, è passato… quest’altro fenomeno ca’ no. (Direttore tecnico): eh…(Capo cantiere): e stasera misura, vabbé? L’aggiù pigghiate ma ha visto qui. Dove a’mo spicconare hai visto?».

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/SALVATORE MONTEVERDE

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