Cortei, Lamorgese: “coniugare diritti”

18 denunce e 6 fogli di via a Trieste, 10 fermi a Milano. Le forze schierate hanno contenuto tentati episodi violenti

Si è concluso l’ennesimo sabato di proteste contro l’obbligo di Green Pass (leggi qui). Il bilancio è di numerose persone fermate ma pochi tentativi di violenza, tutti fermati dalla macchina messa in campo dalle Questure.

Si è registrato un calo di adesione ai cortei, probabilmente dovuto alla diffusione dei contagi e ai divieti imposti.

La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha sottolineato che non verrà abbassata la guardia sul “rischio che sparute minoranze di estremisti possano turbare il pacifico svolgimento delle varie forme di protesta, con l’unico obiettivo di creare disordini“. Per la titolare del Viminale “bisogna coniugare il diritto di manifestare con la tutela della salute pubblica, preservando al contempo i legittimi interessi degli esercizi commerciali in difficoltà“.

In un’intervista a Il Messaggero, inoltre, Lamorgese ha annunciato la necessità di “un intervento normativo per rafforzare il sistema di prevenzione e contrasto” ai rave party (leggi qui). In particolare sembrerebbe che il dicastero stia lavorando “ad un’ipotesi di fattispecie criminosa che consenta di disporre la confisca obbligatoria dei veicoli e degli strumenti necessari per l’organizzazione dell’intrattenimento e che preveda l’obbligo del ripristino dei luoghi“.

Ieri a Trieste hanno sfilato circa 8 mila persone. Il corteo si è concluso senza violenze ma con diverse violazioni dell’ordinanza del sindaco che imponeva l’uso delle mascherine e i controlli da parte di steward predisposti. Per far fronte alle eventuali spese legali dovute alla violazione, i manifestanti hanno lanciato una raccolta fondi. Grande assente Stefano Puzzer, il leader delle proteste dei portuali. Alla fine del corteo un gruppo si è poi separato per forzare le transenne che chiudevano piazza Unità ma il tentativo è stato subito respinto dalla carica degli agenti, che hanno usato i manganelli. Il bilancio finale, comunicato dalla Questura, è di 18 persone denunciante e 6 fogli di via obbligatori emessi.

A Milano, invece, si sono riuniti circa 4.000 manifestanti: tentando di alzare il livello dello scontro con la Questura, verso sera il percorso del corteo è stato deviato verso la Darsena, bloccando il traffico e causando tensione con gli automobilisti. Alcuni manifestanti hanno sfilato portando in spalla una bara di cartone avvolta nella bandiera italiana con garofani sopra per celebrare “il funerale della libertà”. Presenti anche alcuni gilet gialli, tra cui l’ex brigatista Paolo Maurizio Ferrari, già denunciato due settimane fa per manifestazione non autorizzata.

Il bilancio per il capoluogo lombardo è di 115 persone identificate e 11 denunciate. In vista dell’apertura delle indagini, le accuse a vario titolo sono manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, inosservanza dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria e vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate.

Alle 21, infatti, orario in cui l’autorità ha prescritto la fine del corteo, i manifestanti si sono trovati la strada bloccata dalle forze dell’ordine ai quattro lati, con la possibilità di uscire mostrando i documenti. Loro si sono opposti dicendo che non avevano commesso alcun crimine. La situazione si è poi sbloccata intorno alle 22, quando le ultime persone presenti hanno iniziato lentamente a defluire mostrando i documenti.

Qualche momento di tensione si è registrato anche a Torino dove alcuni anarchici hanno protestato a favore dei diritti dei migranti, lanciando bottiglie e petardi contro un cordone di poliziotti. La manifestazione ha poi costeggiato piazza Castello dove era in corso un raduno dei No pass.

Nessun problema di ordine pubblico, invece, a Trento, Novara e a Napoli, dove si sono riunite poche centinaia di persone.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/MATTEO CORNER

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