Ucraina, Biden sente Zelensky

Scholz pronto a partire per Kiev e Mosca

Il presidente usa Joe Biden avrà nelle prossime ore un colloquio telefonico con il presidente ucraino Zelensky.

Nel frattempo arrivano preoccupazioni da Varsavia, che teme un’ondata di rifugiati in caso di guerra: «è ovvio che a causa della situazione in Ucraina ci stiamo preparando per vari scenari. Uno di questi riguarda le azioni legate al possibile afflusso di rifugiati dall’Ucraina che, a causa di un possibile conflitto, potrebbero cercare rifugio nel nostro Paese» scrive su Twitter il Ministro dell’Interno polacco, Mariusz Kaminski. Polonia e Ucraina condividono una frontiera lunga oltre 530 chilometri.

Secondo il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, un’invasione russa ai danni dell’Ucraina è “altamente probabile” e Mosca “potrebbe lanciare un’offensiva in qualsiasi momento“. «Ciò che preoccupa – ha detto – è che nonostante l’aumento degli sforzi diplomatici il potenziamento militare è continuato. Non si è fermato, è continuato».

In un’intervista al Sunday Times il ministro ha detto che “c’è un’atmosfera che ricorda Monaco in alcuni Paesi occidentali“, paragonando gli sforzi diplomatici occidentali contro un’invasione russa dell’Ucraina all’accordo con la Germania nazista prima della seconda guerra mondiale che consegnò l’allora Cecoslovaccia ad Adolf Hitler.

Secondo quanto riferito dal Guardian, nonostante l’aumento delle tensioni, per Kiev non ci sarebbe al momento motivo di chiudere lo spazio aereo dell’Ucraina. «Non ha senso e assomiglierebbe molto a un autoisolamento» – ha chiarito Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky.

Al momento, al confine ucraino, ci sono oltre 100 mila soldati russi bilanciati da migliaia di truppe inviate nelle ultime settimane dagli Stati Uniti in Polonia e Romania. In mare, invece, da una parte ci sono le 30 navi russe spostate da Sebastopoli e Novorossijsk nel Mar Nero per “difendere la costa della penisola di Crimea, le basi del Mar Nero e il settore economico del Paese da possibili minacce militari”, dall’altra la portaerei americana Harry Truman nel Mediterraneo.

Kiev conta su oltre 200 mila soldati e 900 mila riservisti mentre gli armamenti sono stati rafforzati con gli interventi della Nato. 70 mila truppe americane, ancora, stazionano in modo permanente in Europa, soprattutto in Germania, oltre i 7 mila soldati in Polonia per l’operazione Atlantic Resolve.

Intanto anche la politica italiana è influenzata dal panorama internazionale. Tutti i partiti, infatti, sembrano d’accordo con la posizione presa dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha allineato le scelte italiane a quelle degli alleati Nato, tuttavia con delle sottili differenze. Enrico Aimi, capogruppo di Fi in commissione Esteri del Senato, secondo il quale “tutti i tentativi di mediazione sono purtroppo falliti, è doveroso aprire gli occhi al principio di realtà“, si mostra pessimista.

Gli esponenti di Lega, Fratelli d’Italia e Pd si mostrano d’accordo con la posizione della Nato che continua a chiedere a Putin di fare il prima passo per la de-escalation. «Attenuare le tensioni ed evitare un’escalation militare è una questione di sicurezza nazionale per il nostro Paese» – dice Matteo Salvini. «Ora più che mai bisogna lavorare per allentare la tensione – come richiesto anche dal presidente ucraino Zelensky» – lo segue Giorgia Meloni.

Nel frattempo vanno avanti le evacuazioni dei cittadini stranieri in Ucraina: il premier australiano Scott Morrison ha reso nota l’evacuazione dell’ambasciata a Kiev, le operazioni diplomatiche saranno spostate a Leopoli (Lviv), vicino ai confini con la Polonia.

L’agenzia Tass ha riportato che Arabia Saudita, Qatar e Bahrein si sono aggiunti alla lista di Paesi del Golfo Persico che hanno invitato i loro cittadini a lasciare l’Ucraina e a evitare i viaggi nel Paese, dopo Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Iraq.

Secondo quanto riporta Interfax, inoltre, “6 auto” della Missione speciale di osservazione dell’Osce in Ucraina dell’Est hanno lasciato l’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, attraversando “la linea di contatto al checkpoint Oleksandrivka (un sobborgo di Donetsk) in direzione dell’Ucraina“.

Proseguono gli impegni per una de-escalation al confine tra l’Ucraina e la Russia (leggi qui). Stando a quanto riporta Bloomberg, il segretario di Stato americano Antony Blinken è in contatto con i ministri degli Esteri del Giappone, Yoshimasa Hayashi, e della Corea del Sud, Chung Eui-yong, contro un’ulteriore escalation russa e per la condanna ai recenti lanci di missili balistici della Corea del Nord.

Dopo i colloqui alle Hawaii, i titolari degli Esteri hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui sottolineano “l’importanza fondamentale” di una forte cooperazione tra i loro Paesi per la stabilità regionale e il loro “incrollabile sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina“.

Esprimendo la “profonda preoccupazione per la natura destabilizzante” dei recenti lanci di missili balistici, invitano la Corea del Nord a dialogare e a mettere fine alla “fase di provocazione“.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/EPA/SERGEY DOLZHENKO

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