Oggi secondo round di negoziati: Kiev chiede un’altra sede ma Mosca dice no

350 persone sono state arrestate a San Pietroburgo per manifestazioni contro la guerra in Ucraina. I bombardamenti intanto continuano su Sumy e Kiev

Inizierà oggi il secondo round dei negoziati tra Kiev e Mosca che avranno luogo a Minks. Un’analista bielorusso avrebbe fatto sapere che la delegazione ucraina aveva chiesto di spostare il luogo dell’incontro in uno Paesi vicini. «Kiev ha respinto Belaya Vezha come luogo per i colloqui. Hanno proposto di spostarli nei Paesi vicini. La delegazione russa è pronta a tenerli solo in Bielorussia per evitare provocazioni» – ha detto Yury Voskresensky.

Le bombe russe hanno completamente distrutto il villaggio di Gorenka, alla periferia di Kiev. Stando a quanto riferito ci sarebbero due vittime e 12 feriti mentre i sopravvissuti cercano di salvare quello che possono tra le macerie delle loro case.

Dopo la presa della città di Kherson da parte delle forze russe (leggi qui), i bombardamenti continuano: questa volta ad essere prese di mira sono la regione di Sumy, nell’Ucraina nord-orientale, dove un edificio della facoltà militare dell’università statale è stato bombardato, e la città di Kharkiv, dove sono state colpite tre scuole e una cattedrale. Stando a quanto rivelano i media ucraini, i raid russi contro la città avrebbe provocato 8 vittime, di cui due bambini e 6 adulti. Gli stessi media parlano di “9 mila soldati russi” uccisi e “217 tank” distrutti.

Durante un attacco aereo è stato bombardato anche un deposito petrolifero a Chernihiv, nel nord dell’Ucraina. Lo riferisce il Servizio statale per le emergenze dell’Ucraina, secondo quanto riporta la Cnn.

Gli attacchi a Sumy sono resi noti su Twitter è il Kyiv Independent che cita il capo dell’amministrazione militare regionale di Sumy, Dmytro Zhyvytsky. Anche la capitale, Kiev, resta sotto assedio: questa notte due esplosioni si sono udite vicino alla stazione della metropolitana Druzhby Narodiv.

Per far fronte ai continui attacchi la Germania ha annunciato di essere in procinto di inviare altri 2.700 missili antiaerei.

Nel frattempo l’ultima testata non governativa rimasta nella Federazione russa chiude i battenti. Si tratta della radio indipendente russa Eco di Mosca che annuncia di essere costretta a chiudere dopo che le sue trasmissioni sono state bloccate dalle autorità russe. «La maggioranza del consiglio d’amministrazione di Eco di Mosca ha preso la decisione di chiudere la radio e il sito Internet» – ha riferito il caporedattore, Alexei Venediktov.

Prosegue intanto l’esodo degli cittadini ucraini. Stando a quanto twittato dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, “in appena 7 giorni abbiamo assistito all’esodo di un milione di profughi dall’Ucraina verso i Paesi vicini“. «Per molti altri milioni di persone, all’interno dell’Ucraina, è tempo che le armi tacciano, in modo che possa essere fornita assistenza umanitaria vitale» – aggiunge Grandi. Nelle ultime ore sono 500 mila i profughi accolti in Polonia.

Il sindaco di Cluj-Napoca, in Romania, e presidente dell’associazione dei comuni rumeni, Emil Boc, ha inoltre fatto saper che “fino a ieri in Romania abbiamo accolto 120mila rifugiati. Tra questi 70 mila hanno lasciato la Romania per l’Europa occidentale. Sono ancora in Romania in 50 mila e 18 mila sono bambini piccoli“.

Contro la guerra continuano a protestare anche i russi: dallo scorso giovedì, 7.615 persone sono state arrestate dalle forze di polizia per proteste, le ultime 350 questa notte a San Pietroburgo.

Tra le vittime dei bombardamenti a Kharkiv dello scorso 1° marzo, invece, c’è anche Maryna Fenina, membro nazionale della Missione speciale di monitoraggio dell’Osce in Ucraina (Smm). «Le nostre più sentite condoglianze e condoglianze vanno alla famiglia di Maryna. Maryna era un membro prezioso del team Smm e i nostri colleghi in Ucraina rimangono in stretto contatto con la sua famiglia per offrire il nostro supporto» – è il pensiero che viene dedicato dal presidente in esercizio dell’Osce e ministro degli Esteri della Polonia, Zbigniew Rau, e il segretario generale dell’Osce, Helga Maria Schmid, insieme a tutto l’Smm.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/EPA/ALEKSEY NIKOLSKYI/ SPUTNIK/ KREMLIN POOL

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