Tutta la penisola è animata dalle proteste di commercianti, ristoratori e ambulanti contro le chiusure emanate per limitare la diffusione del contagio. Ieri a Montecitorio scontri tra manifestanti e polizia, due feriti e 7 arresti
«Siamo imprenditori, non delinquenti». Con questo motto ieri Piazza Montecitorio, a Roma, si è animata delle proteste di commercianti e ristoratori contro le chiusure delle attività economiche. Il bilancio della manifestazione, che si è conclusa con gli scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti, è di due agenti feriti e sette fermi.
Attualmente gli investigatori stanno analizzando i filmati disponibile per ricostruire gli eventi e le dinamiche. Come l’allora capo della Polizia Franco Gabrielli aveva predetto qualche mese fa in una nota a prefetti e questori, secondo la prima lettura di quanto accaduto alcuni gruppi estremisti si sarebbero infiltrati nella protesta per strumentalizzare il disagio sociale e aumentare la tensione, già molto alta a causa dell’emergenza economica e sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19.
I commercianti e i ristoratori sono scesi in piazza per chiedere la riapertura delle attività, dopo più di un anno di tira e molla dall’inizio dell’emergenza. Come testimoniato da alcuni di loro, la situazione si è fatta insostenibile per molte famiglie italiane: chiedono sostegno e aiuto concreto da parte dello Stato e del governo. Uno di loro ha manifestato indossando il cappello dello sciamano Jake Angeli, noto al pubblico dopo l’assalto al Campidoglio negli Stati Uniti, con il volto truccato con i colori della bandiera italiana. «Bisogna far fare il giro del mondo a questa manifestazione, così come è successo negli States» – ha dichiarato Ermes, ristoratore 51enne di Modena. – «Siamo esasperati. Nessuno ci ha mai ascoltato. Mi sono dovuto vestire da pagliaccio per attirare l’attenzione. Spero che ora qualcuno si accorga di noi e ci ascolti. Ho dovuto pagare gli strozzini per pagare i dipendenti».
La tensione si è acuita quando i manifestanti hanno tentato di sfondare il cordone creato dalle forze dell’ordine intorno a Palazzo Chigi lanciando fumogeni e oggetti vari, gli agenti hanno risposto con diverse cariche. Due i poliziotti feriti negli scontri: uno in borghese, quindi non munito di casco protettivo, ha riportato una profonda ferita alla testa ed è stato trasportato via in ambulanza; un altro, invece, ha riportato un taglio all’altezza del sopracciglio ed è stato soccorso sul posto. La tensione è poi rientrata nel giro di qualche ora e anche gli agenti hanno dimostrato la loro comprensione nei confronti dei manifestanti, consapevoli del fatto che la maggior parte di quei negozianti non avesse certo intenzioni violente. Gesto molto apprezzato quello di un agente che si è tolto il casco andando a parlare con i manifestanti che hanno applaudito il suo gesto.
Ai manifestanti si sono uniti anche degli appartenenti a Italexit, il movimento del senatore ex M5S Gianluigi Paragone, e i militanti di CasaPound. Sul palco della manifestazione #ioapro Luca Marsella, consigliere municipale di Cpi ha dichiarato: «Siamo qui per dare sostegno agli italiani che non si arrendono e che hanno il coraggio di opporsi ad una gestione criminale dell’emergenza sanitaria del governo, anche rischiando in prima persona. Noi siamo al loro fianco e non solo a parole, ed anche se è politicamente scorretto sostenere chi non ha intenzione di sottostare alle folli imposizioni del governo, crediamo che sia assolutamente necessario ed inevitabile ribellarsi a Dpcm, già dichiarati incostituzionali dai giudici, che calpestano il diritto al lavoro. Quella di oggi è una protesta sacrosanta come lo è la loro rabbia. Non intendiamo vedere il nostro popolo» – ha concluso Marsella – «morire un Dpcm alla volta».
«Esprimo la mia solidarietà e vicinanza al funzionario della Polizia di Stato rimasto ferito durante la manifestazione in Piazza Montecitorio» – ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. – «In questo momento le proteste sono alimentate dalla situazione estremamente delicata per il Paese ma che è inammissibile qualsiasi comportamento violento nei confronti di chi è impegnato a difendere la legalità e la sicurezza» – ha commentato.
Nel frattempo le proteste si stanno diffondendo in tutta Italia, da nord a sud lo slogan è “riaprire subito, per non morire di crisi”. A Milano gli ambulanti hanno bloccato il traffico davanti alla stazione prima di spostarsi in un corteo non autorizzato fino alla Prefettura. «Siamo allo stremo, purtroppo ancora chiusi» – hanno protestato. – «È giusto che riaprano le scuole, molti negozi riapriranno o non sono mai stati chiusi: noi chi siamo? I nemici sociali?». Sempre la categoria degli ambulanti ha manifestato ad Imperia. «In quattordici mesi di pandemia non ci sono mai stati focolai partiti dalle nostre attività e non si capisce perché non vogliano farci lavorare» – hanno sottolineato.
L’autostrada A1 Roma-Napoli è, invece, stata bloccata nella zona del casertano dalla protesta dei mercatali, fermi con diverse centinaia dei loro furgoni. «È una situazione assurda, con tanti operatori sul lastrico, che si sentono abbandonati» – si sono lamentati, seduti sull’asfalto. Qualche giorno fa anche nella zona di Bari centinaia di ambulanti avevano manifestato sulla Statale 16, all’altezza dello svincolo per il quartiere Poggiofranco. «Ci sentiamo ormai allo stremo» – avevano dichiarato, – «non sappiamo più cosa fare per farci ascoltare, ci danno miserie, da un anno non ci fanno lavorare e ancora non c’è un piano per ripartire. Da ottobre avevamo chiesto un lockdown solidale per abbassare la curva dei contagi e permetterci poi di ripartire e tornare a lavorare».
Questa mattina, invece, Piazza del Plebiscito a Napoli sarà teatro di una nuova manifestazione organizzata da Confesercenti Campania. «Saremo tutti in piazza» – ha annunciato Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania, – «dal mondo del turismo a quello della moda e abbigliamento, dal wedding alla ristorazione, dagli albergatori ai B&B al trasporto privato, dai parrucchieri e dal mondo dell’estetica ai lavoratori dello spettacolo, dagli agenti di commercio, di viaggio alle guide/accompagnatori ai mercatali, dalle società di eventi e dai negozi di arredamenti a tutte le partite IVA. Insieme tutti i presidenti di categoria, una grande mobilitazione per chiedere risposte serie al Governo: molti di noi non sanno come riaprire, quando sarà: sono sommersi dai debiti e dalla disperazione».
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA