Il Niger, uno dei Paesi più poveri del mondo, è in lutto dopo l’incendio che ha ucciso 20 bambini nella periferia della capitale Niamey
Una tragedia ha colpito la periferia di Niamey, la capitale dei Niger. Alcune capanne di paglia adibite ad aule scolastiche hanno preso fuoco, nell’incendio hanno perso la vita 20 giovani studenti. «Ventuno capanne adibite ad aule hanno preso fuoco e i bambini sono rimasti intrappolati tra le fiamme» – ha riferito il comandante dei vigili del fuoco Sidi Mohamed. – «I servizi di soccorso sono arrivati rapidamente e il fuoco è stato spento, ma la potenza delle fiamme era enorme, il che ha facilitato il rogo nelle aule dalle quali i bambini non potevano uscire» – ha aggiunto.
Non si ha ancora nulla sui fattori che hanno causato l’incendio. Sul luogo della tragedia si è recato il primo ministro nigerino Ouhoumoudou Mahamadou, insieme ai ministri dell’Interno e della Pubblica Istruzione, per offrire le sue condoglianze ai genitori delle vittime. «Se è un crimine i responsabili saranno portati davanti alla giustizia» – ha dichiarato il capo del governo.
Per compensare la mancanza di infrastrutture e per permettere alle giovani generazioni di accedere ad un livello d’istruzione adeguato, le autorità stanno adibendo ad aule capanne di legno e paglia, materiali altamente infiammabili. Non è infatti la prima volta che una di queste strutture viene divorata dalle fiamme, ma finora non c’erano state vittime. Questo evento concentra ora l’attenzione sulle condizioni di vita di uno dei Paesi più poveri al mondo.
L’economia nigerina, una delle più più povere tra quelle del terzo mondo, si basa quasi esclusivamente sull’agricoltura di sussistenza e sull’allevamento. Queste attività si devono scontrare con diversi limiti: siccità e inondazioni, scarsa qualità del terreno, mercati sottosviluppati in tema di sementi e fertilizzanti, povertà dei pascoli. In questo panorama, il 60% della popolazione del Niger (circa 600 mila persone) vive al di sotto della soglia di povertà con tassi di malnutrizione che arrivano al 40% per i bambini.
Al contrario del suo stato economico, il Niger conta uno dei tassi di natalità più alti al mondo. La maggior parte dei bambini, tuttavia, non frequenta la scuola e moltissimi vagano per le strade facendo l’elemosina. Oltre il bassissimo tasso di alfabetizzazione, le condizioni delle giovani generazioni nigerine sono inoltre inasprite da due problematiche sociali: la prostituzione, anche minorile, e l’abuso di inalanti attraverso l’uso di colla economica.
Ad aggravare una situazione nazionale già disastrosa, negli ultimi anni la regione di Diffa, a sud-est del Paese, è stata interessata dai continui attacchi violenti dell’organizzazione terroristica jihadista Boko Haram. L’organizzazione, il cui nome vuole dire letteralmente “l’istruzione occidentale è proibita” ha avuto origine nel nord della Nigeria per poi allearsi con lo Stato islamico e attaccare i Paesi confinanti. A Diffa si è così creato un vero e proprio campo profughi abitato da oltre 300mila persone, tra sfollati interni e rifugiati nigeriani, in fuga dalla violenza jihadista.
di: Alessia MALCAUS