Il fondatore del M5S difende sui social il figlio Ciro, accusato di stupro di gruppo. Le risposte della politica
Beppe Grillo torna a far parlare di sè, e come sempre lo fa in grande stile. Questa volta l’ex comico genovese e fondatore del Movimento 5 Stelle si piazza davanti ad una telecamera e si sfoga sui social network in merito alle indagini che vedono suo figlio Ciro, vent’anni, accusato insieme ad altri tre amici di stupro di gruppo. Il fatto sarebbe avvenuto nel luglio del 2019 nella villetta a Porto Cervo di Grillo. Ad accusare Ciro e gli altri tre giovani è una ragazza italo-svedese di cui non si conosce il nome, finita suo malgrado sotto i riflettori negli ultimi giorni.
«Mio figlio è su tutti i giornali come stupratore seriale insieme ad altri tre ragazzi. Io voglio chiedere chiedere veramente perché un gruppo di stupratori seriali non sono stati arrestati, la legge dice che vanno presi e messi in galera e interrogati. Sono liberi da due anni, ce li avrei portati io in galera a calci nel culo. Allora perché non li avete arrestati? Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c’è stato niente perché chi viene stuprato e fa una denuncia dopo 8 giorni vi è sembrato strano. Se non avete arrestato mio figlio arrestate me perché ci vado io in galera. C’è un video, passaggio per passaggio, e si vede che c’è la consensualità: un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pisello così perché sono quattro coglioni, non quattro stupratori» – dichiara (o per meglio dire urla) Grillo alla telecamera. Alcune frasi del video, diventato virale, tuttavia, non sono di certo sfuggite all’opinione pubblica generale e nel giro di qualche minuto lo sfogo si è trasformato in una vera e propria bufera politica e mediatica.
Non si sono fatte certamente attendere le risposte del mondo politico. Inizialmente delude il silenzio del Movimento5Stelle, di cui Grillo è Garante. Dopo 24 ore dalla pubblicazione del video il primo a farsi avanti è l’ex premier e ora a capo del Movimento Giuseppe Conte. «Ho avuto modo di parlare con Beppe in più occasioni e conosco bene la sua sensibilità su temi così delicati. Sono ben consapevole di quanto questa vicenda familiare lo abbia provato e sconvolto» – commenta Conte. – «Non possiamo trascurare che ci sono anche altre persone che vanno protette e i cui sentimenti vanno assolutamente rispettati, vale a dire la giovane ragazza e i suoi familiari, che sicuramente staranno vivendo anche loro momenti di dolore e sofferenza. C’è un principio fondamentale che non possiamo mai perdere di vista» – prosegue l’ex premier – «l’autonomia e il lavoro della magistratura devono essere sempre rispettati. Perciò anche in questo caso attendiamo che i magistrati facciano le loro verifiche».
«È una storia piena di dolore con vittime giovanissime. Capisco la sofferenza di Beppe ma per una donna deve esserci sempre la possibilità di denunciare» – dichiara la sindaca di Roma Virginia Raggi. «Capisco il dolore di padre e la rabbia dei processi mediatici, ma il contenuto di quel video rinnega i nostri valori» – commenta, invece, l’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta. Da Italia Viva non perdono tempo Maria Elena Boschi e Matteo Renzi a cui si accodano il Pd e Letta che, timidamente, definisce “inaccettabili” alcune frasi pronunciate.
Ma la vera battaglia è con la Lega, capitanata da Salvini. A finire al centro del ciclone è la sottosegretaria alla Giustizia, la pentastellata Anna Macina, che attacca Giulia Bongiorno, senatrice della Lega e legale della ragazza. «Non si capisce se Bongiorno parla da avvocato o da senatrice» – avrebbe detto, intervistata dal Corriere della Sera, alludendo alla possibilità che la senatrice abbia parlato con il capo del Carroccio dell’inchiesta. «Dopo la scelta di Grillo di formulare accuse alla famiglia della vittima e alla procura, oggi il sottosegretario alla Giustizia Macina si lancia in fantasiose, gravissime accuse a mio carico. Mossa dalla cultura del sospetto (verso i nemici) che caratterizza il Movimento 5 Stelle, il sottosegretario Macina lede gravemente la mia immagine di essere umano, prima ancora che di avvocato, nel provare a insinuare che io abbia reso noti a chicchessia atti del processo» – arriva prontamente la risposta della Bongiorno. – «Mi occupo di violenza sulle donne da decenni come a tutti è noto. Ho assunto questo incarico un anno dopo la denunzia che ha dato vita alle indagini e non ho mai parlato con nessuno di questo procedimento nonostante le numerose e pressanti richieste dei giornalisti. Il sottosegretario Macina dovrà rispondere di queste affermazioni farneticanti in sede giudiziaria». Ora la Lega chiede le dimissioni della sottosegretaria. «La Macina come Grillo: si vergognino per gli attacchi alle donne e si dimettano dai loro incarichi» – afferma Salvini.
Sul caso, o meglio sulle polemiche intorno al caso, si è espressa anche l’Associazione nazionale magistrati. «Le recenti dichiarazioni di Beppe Grillo sfiduciano il processo. È essenziale per la vita democratica del Paese che i processi, e quelli per violenza sessuale anzitutto, si svolgano al riparo da indebite pressioni mediatiche. I magistrati di Tempio Pausania sapranno accertare i fatti con serenità ed equilibrio, garantiti dalla propria professionalità, nel rispetto dei diritti di tutti, degli imputati, che devono essere assistiti dalla presunzione di innocenza, e della denunciante, la cui dignità va tutelata» – sottolinea con una nota l’Associazione.
Secondo le testimonianze, agli atti dell’inchiesta insieme a video e foto e riportate dal quotidiano La Stampa, la ragazza si trovava in Sardegna insieme ad un’amica per le vacanze estive. La sera del 16 luglio 2019 le due giovani avrebbero conosciuto i quattro ragazzi nella nota discoteca Billionarie e alle prime ore del mattino si sarebbero spostati tutti insieme nella villetta di Grillo a Porto Cervo. Da quel momento, stando al racconto dell’allora 19enne, la situazione sarebbe degenerata: l’amica si addormenta sul divano mentre lei viene costretta, intontita dall’alcool, ad avere rapporti sessuali non consenzienti. La mattina dopo, insieme all’amica, i giovani la riaccompagnano al bed&breakfast in cui alloggiavano e qualche giorno più tardi la giovane racconta l’accaduto ai genitori, sporgendo denuncia. Per i quattro giovani si rimane ancora in attesa del rinvio a giudizio.
A supporto delle accuse della ragazza ci sarebbe un video di cui si è molto discusso in questi ultimi giorni. Secondo alcune fonti la ripresa dimostrerebbe la colpevolezza di Ciro Grillo, secondo la madre invece l’innocenza. «C’è un video che testimonia l’innocenza di ragazzi, dove si vede che lei è consenziente. La data della denuncia è solo un particolare» – avrebbe commentato su Facebook Parvin Tadjik, moglie dell’ex comico genovese, in risposta ad un post di Maria Elena Boschi che definiva il video di Beppe Grillo “scandaloso”.
Brutto momento, dunque, per il M5S. Proprio quando Conte aveva annunciato un “profondo processo di rigenerazione”, ecco che a rompere le uova nel paniere arrivano prima Grillo, seguito immediatamente dall’annuncio di allontanamento della Associazione Rousseau. «Cambiamo strada. La scelta è dolorosa, ma inevitabile. In questi 15 mesi abbiamo sollecitato costantemente la risoluzione delle criticità. Per 8 lunghi mesi abbiamo richiesto più volte di condividere un progetto comune con responsabilità e perimetri ben definiti dei ruoli reciproci e abbiamo proposto concretamente un accordo di partnership per rafforzare e chiarire il legame tra Rousseau e il Movimento» – ha annunciato l’associazione di Casaleggio con un post sul Blog delle Stelle. – «A fronte dell’enorme mole di debiti accumulati dal Movimento 5 stelle nei confronti dell’Associazione Rousseau e della decisione di chi ritiene di essere il gruppo dirigente del Movimento di impartire ai portavoce un invito diretto a violare espressamente lo statuto stesso del movimento, omettendo di versare, già dal mese di aprile, il contributo stabilito per i servizi erogati, questa mattina abbiamo dovuto comunicare a tutto il personale di Rousseau che siamo costretti ad avviare le procedure per la cassa integrazione. Oggi non è più possibile, infatti, sostenere le spese necessarie per il personale che lavora quotidianamente ai 19 servizi di cui il Movimento 5 Stelle usufruisce».
di: Alessia MALCAUS